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Giovane e bella non significa cinica e arrampicatrice

Elisabetta Tulliani

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Allora ricapitoliamo: c'è un politico in vista che prima è alleato del premier e poi decide di fargli la guerra ma a un certo punto spunta una transazione immobiliare dai contorni poco chiari, un meccanismo di società offshore, tanti soldi che passano di mano e la matassa si complica al punto che il governo traballa. Tutto qui? Ebbene no perchè a rendere più succosa la vicenda non è il fatto che il protagonista sia il presidente della Camera ma che al centro ci sia una donna. Se poi questa è la compagna del presidente e per di più è giovane e bella ecco che le ricostruzioni si scatenano. Non c'è evasione fiscale o indagine giudiziaria che tenga: quando in un pasticciaccio c'è di mezzo una donna tutto passa in secondo piano e inevitabilmente i riflettori si accendono su di lei. E questa può essere anche la ragazza più insignificante di questa terra che subito le viene cucito addosso l'abito della maliarda seduttrice.   Ecco quindi che Elisabetta Tulliani è diventata una sorta di mantide che prima ha sedotto il «povero» Gaucci, lo ha spremuto come un limone e quando ha visto che non c'era più niente da tirar fuori lo ha scaricato. Per chi? Non per un coetaneo sfigatello ma nientemeno che per il presidente della Camera. Così la parabola della Cenerentola si arricchisce tra i maschietti di particolari piccanti sul sex appeal della protagonista e tra le femminucce di insinuazioni invidiose e livorose. Tutti impegnati a scandagliare, smontare e rimontare la figura della Tulliani, il resto della vicenda è quasi passato in secondo piano. Ma non è tutto. In questo tiro al bersaglio contro la giovane compagna del presidente, possibile che a nessuno sia balenato il dubbio che possa essere rimasta incagliata in un meccanismo più grande di lei? Che insomma proprio in virtù della sua giovane età possa essere stata uno strumento e non una regista scaltra?   La Tulliani è giovane, bella e ha avuto al suo fianco prima un ricco imprenditore e ora il presidente della Camera: è possibile che tutto questo ne faccia una cinica arrampicatrice sociale? Perchè se attorno a una donna ruotano soldi e potere, questa deve per forza essere una approfittatrice? Ciò che stupisce è che nessuno, soprattutto tra le donne (Pdl, Pd, Idv, Udc, che importa) abbia alzato un dito per dire: basta gioco al massacro, basta inseguimenti sulla spiagga alla ricerca di un'immagine poco garbata a conferma del teorema della maliarda. E non per una solidarietà femminile, spauracchio delle quote rosa, ma per un ben più consapevole rispetto della persona. E stupisce pure il silenzio di Fini che finora Elisabetta ha gratificato con un atteggiamento discreto. Questa non è una difesa della Tulliani ma un tentativo di riportare equilibrio nella valutazione dei fatti, di una vicenda, comunque scandalosa.

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