Pdl contro Famiglia cristiana "Questa è pornografia politica"
La storia dei tesissimi rapporti tra il governo e Famiglia cristiana si arricchisce oggi di un nuovo capitolo. Il popolare settimanale cattolico torna infatti a criticare pesantemente il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, accusato di non rispettare la Costituzione. La replica della maggioranza non si fa attendere e non risparmia parole di fuoco contro il direttore, Don Sciortino. Il più duro è Francesco Giro, sottosegretario ai Beni Culturali: "Da cattolico considero l'editoriale di Famiglia Cristiana una dimostrazione di pornografia politica per la scarsa decenza degli argomenti che vengono proposti". Beppe del Colle in un editoriale pubblicato sul numero in edicola domani scrive del "Cavaliere rampante e la Costituzione dimezzata". Secondo il periodico "la situazione politica italiana è unica in tutte le attuali democrazie, che prevedono sistemi bilanciati, in cui nessun potere può arrogarsi il diritto di fare quello che vuole, avendo per di più in mano la grande maggioranza dei mezzi di comunicazione". Senza fiducia sui cinque punti programmatici, ricorda Famiglia Cristiana, Berlusconi "non si farà incantare dai 'formalismi costituzionali'" e reclamerà le urne: ". "In Italia comanda solo lui, grazie alla "sovranità popolare" che finora lo ha votato. La Costituzione in realtà dice: "La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione". Berlusconi si ferma a metà della frase, il resto non gli interessa, "è puro formalismo'". Ma non basta. L'affondo più duro è contro quello che viene definito il metodo Boffo. Per il settimanale dei paolini "la discesa in campo di Berlusconi ha avuto come risultato quello che nessun politico nel mezzo secolo precedente aveva mai sperato: di spaccare in due il voto cattolico". E ancora: "Il berlusconismo... se promette alla Chiesa di appassionarsi (soprattutto con i suoi atei-devoti) all'embrione e a tutto il resto, con la vita quotidiana degli altri non ha esitazioni: il 'metodo Boffo' - avverte Famiglia cristiana - (chi dissente va distrutto) è fatto apposta". Secca la replica della maggioranza, per bocca del coordinatore del Pdl Sandro Bondi: "Soprattutto come cattolico provo sentimenti di sconcerto e di disgusto dopo aver letto l'editoriale del direttore di Famiglia Cristiana. La crisi della società italiana deve essere giunta a livelli di allarme, e la Chiesa stessa non ne è affatto immune, se perfino un settimanale cattolico giunge a tale accenti di unilateralità politica, di assenza di stile e di rinuncia alla moderazione". E anche il ministro del Welfare Maurizio Sacconi non risparmia una pesante replica: "Spiace constatare che Don Sciortino appare accecato dalla sua personale faziosita' politica al punto tale da non riconoscere il valore pubblico che meritano i fondamentali princìpi cristiani, discrimine inesorabile dello stesso consenso elettorale". Duro anche il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri: "Sono stato anche il primo a rilevare gli incoerenti stili di vita del direttore del periodico, incredibilmente ancora al suo posto di lavoro dopo aver portato a zero la credibilità della testata e fatto crollare le vendite in modo scandaloso". Plaude invece il Pd, rilevando come dalle colonne di Famiglia Cristiana vengano al pettine "i nodi del leaderismo" incarnati dal Cavaliere.