La soap Tullianos "conquista" internet
Altro che Waka Waka, il tormentone di questa estate 2010 è il ballo del mattone dei Tullianos. Perché Elisabetta e Giancarlo surclassano i Righeira e appassionano più di Dallas. Da quando è scoppiato il casino di Montecarlo gli italiani sotto l'ombrellone non hanno nemmeno il tempo di leggersi l'oroscopo o fare le parole crociate: c'è il marito che si incazza, e parecchio, per la Ferrari. La moglie che nemmeno fosse Jessica Fletcher corre a casa su internet a cercare i nomi delle fiduciarie caraibiche come se bastassero le pagine bianche. La figlia sedicenne che da grande, ha deciso, vuole sposare uno ricco. E il figlio più piccolo che già si frega le mani. La dinasty tullianesca è una droga, non puoi perdere una puntata e restare indietro. Sono pure scattati gli appostamenti agli autolavaggi, non si sa mai. E poi c'è la Rete, l'immensa piazza di Internet, dove il gossip si scatena. A cominciare da Facebook, provate a cercare Elisabetta o Giancarlo Tulliani. A parte un'assai più giovane omonima spagnola della Ely che sorride, ignara, spuntano subito i gruppi di fan. Come quello battezzato «TULLIANI ELISABETTA alla fine il pollo lo ha trovato tale Gianfranco Fini». Impietosa, la descrizione che riprendiamo con censura: «Classica arrivista, penso che un operaio metalmeccanico lei non lo avrebbe neppure XXX di striscio». Impietosi e irripetibili i commenti che compaiono in bacheca. Come quelli dedicati al fratello dai gruppi «Gianfranco Fini e Giancarlo Tulliani, i due giamburrasca» e «Tulliani Giancarlo detto Elisabetto». E poi c'è Youtube. Alzi la mano chi non è andato a cliccare sulla soap opera Gaucci-Tulliani, il video di Ely e Lucianone girato anni fa nel castello dell'allora presidente del Perugia Calcio. Un tragicomico «c'eravamo tanto amati», con tanto di sigla di Beautiful in sottofondo. Strepitoso. I fan della saga dei Tullianos si scatenano anche sui blog e sui forum di discussione. Zigzagando fra i vari siti ci si imbatte in congetture, ipotesi, scenari che farebbero impallidire il commissario Montalbano. C'è addirittura chi si è messo a caccia delle fatture della cucina comprata da Fini e dalla fidanzata, chi si è fatto fotografare davanti al palazzo di boulevard princesse Charlotte, chi ha scandagliato le foto dell'ultimo gran galà della Croce Rossa a Monaco per vedere se dietro i Grimaldi spuntava l'impomatato Tulliani con bionda al seguito. Agli appassionati di Internet si aggiungono infine i professionisti. Ovvero quelli che a Montecarlo ci vivono e lavorano da anni e che sanno bene come funziona nel Principato. Commercialisti ed esperti di mercato immobiliare che di fronte alle mille incongruenze di questa storia estiva hanno alzato il telefono o preso carta e penna per fare domande o spiegare quello che ancora Tulliani non spiega. Come Maurizio Valentini che ieri ha inviato una lunga lettera al sito Dagospia fornendo alcuni spunti interessanti, molti dei quali già evidenziati da Il Tempo nelle scorse settimane. «La tassa di successione per soggetti non discendenti é del 16%», scrive ad esempio Valentini che dunque si chiede: «Al momento della acquisizione testamentaria. An ha pagato la tassa di successione del 16,% al governo monegasco? E se sì, su quale valore?». Non solo. «Tutte le transazioni immobiliari hanno una tassa di registrazione pari al 6,5% del valore della transazione, poiché il valore reale del metro quadro a Monaco per immobili simili a quello dove abita il sig. Tulliani é di circa 20.000 euro al metro quadro; il valore reale dell'appartamento avrebbe dovuto essere di almeno 1.400.000 euro». E ancora: «Il 6,5% della tassa di registrazione avrebbe dovuto ammontare a circa 91.000 euro. Essendo stata registrata la vendita di 300.000 euro, An e la società acquirente, ha contribuito ad evadere l'erario monegasco di circa 71.500 euro». Inoltre, «dichiarando nei bilanci di An un valore di realizzo infinitamente più basso, é stato ugualmente raggirato l'erario italiano poiché si sarebbe iscritta a bilancio una forte plusvalenza (1.100.000 euro), sulla quale, credo, si sarebbe dovuta pagare una tassa in Italia». Domande più che lecite di un professionista. Che insieme al popolo di Internet ora vuole sapere come va a finire la Dinasty dei Tulliani.