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Le colombe ci provano ancora: "A settembre ultimo tentativo"

Andrea Augello

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Un lavoro frenetico, dietro le quinte, per evitare che la maggioranza si sfasci definitivamente imboccando il precipizio delle elezioni anticipate. È quello che fanno le «colombe», i «pontieri» che si trovano da tutte e due le parti, dentro il Pdl e nei finiani di Futuro e Libertà. Da settimane provano a mettere la sordina ai tre «descamisados» del Presidente della Camera, Italo Bocchino, Carmelo Briguglio e Fabio Granata. E ieri, dopo la replica al vetriolo dell'ex vicecapogruppo alla Camera del Pdl all'ultimatum di Berlusconi sui cinque punti di governo, sono tornati in fretta e furia a lanciare segnali distensivi negli opposti schieramenti. Coscienti però che ogni giorno che passa la situazione diventa sempre più difficile da recuperare. Il primo a uscire allo scoperto ieri è stato il senatore Andrea Augello, uno dei finiani che non ha aderito al nuovo gruppo ed è rimasto nel Pdl e proprio per questo uno dei più attivi nel cercare la mediazione, potendo muoversi tra i due «fronti». Ma dalle parole di ieri traspare la sensazione che ormai la diplomazia politica stia lavorando su spazi strettissimi che ogni giorno si restringono sempre di più, visto che anche Fini sembra ormai deciso ad annunciare, nella convention di Futuro e Libertà il 5 settembre a Mirabello, la nascita del nuovo partito.   «La nuova accelerazione verso una scissione finiana e probabilmente verso le elezioni anticipate, che le parole dell'onorevole Bocchino riportate nell'intervista alla Stampa hanno determinato, impone una mobilitazione per i primi di settembre per un ultimo tentativo di salvare la legislatura e l'unità del centrodestra – ha spiegato ieri Andrea Augello in una nota – A questo scopo lavoreremo, con i colleghi di "Spazio Aperto" nell'ultima settimana di agosto, sapendo che sia nello schieramento berlusconiano sia in quello finiano prevalgono il buonsenso e la sensibilità politica che caratterizzano la stragrande maggioranza dei parlamentari». Poi la condanna di chi, invece, lavora per la scissione. «La scena è stata totalmente occupata dai fautori delle posizioni più radicali che, passo dopo passo, hanno trascinato questa posizione in una situazione di non ritorno». Ad Andrea Augello hanno offerto subito una sponda Silvano Moffa e Pasquale Viespoli deputati di Futuro e Libertà: «Una rottura definitiva tra Fini e Berlusconi sancirebbe la fine del Pdl e si tratterebbe di una sconfitta per tutti, un esito da non auspicare. Verrebbe meno, in sostanza, il patto fondativo che diede vita al più grande partito del centrodestra europeo». «In ogni caso – concludono – nell'area del centrodestra non è opportuno alimentare ulteriori tensioni. Occorre, al contrario, rendersi conto che un punto di equilibrio si rende necessario per il rispetto dell'elettorato e per dare continuità all'azione di governo». Un avvertimento ai colleghi «sfascisti».  

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