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L'ultima spiaggia

Gianfranco Fini sulla spiaggia di Ansedonia

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Siamo all'ultima spiaggia. Il vertice del Pdl ha messo nero su bianco i punti sui quali il governo o va avanti o naufraga. Un programma semplice, lineare, senza fronzoli, ma vincolante per i finiani. Prendere o lasciare. Berlusconi spera con questo documento di ottenere due risultati: 1. convincere i dubbiosi del gruppo di Fini a mollare un'operazione a dir poco avventurosa; 2. chiarire di fronte agli elettori che chi rompe sta dall'altra parte e se il patto di lealtà si infrange è per volere di Fini. Questo è il preludio di due scenari: la maggioranza prosegue il suo cammino, oppure si sfascia e Silvio ha pronto lo slogan di una campagna in cui la parola «lealtà» sarà tutto. Non ho la sfera di cristallo, ma a occhio e croce i finiani cercheranno di tenere in vita l'esecutivo per imbrigliarlo e cercare di dettare i tempi a Berlusconi. È una strategia da subgoverno rischiosa per Silvio, un tentativo di logoramento che se va in porto metterà fine alla stagione berlusconiana. Se non si separano i finiani da Fini, se Gianfranco non perde il controllo del suo manipolo di guastatori, lo scenario si farà giorno dopo giorno più difficile. Riuscirà il Cavaliere nell'impresa? Ho l'impressione che la via maestra resti quella delle elezioni anticipate. Il compromesso funziona se è onorevole, sottoscritto con un minimo di sincerità, vero. Con Fini questo tipo di accordo non è più possibile e con una parte dei finiani ancor meno. Aggiungo che la vicenda di Montecarlo ha effetti devastanti sull'elettorato di centrodestra. Basta leggere l'analisi del professor Nicola Piepoli raccolta dal nostro Alessandro Bertasi per capire che Fini non è più spendibile nel campo conservatore. Il presidente della Camera attrae elettori di un altro campo, quello della sinistra moderata, quello che fino a ieri lo considerava un postfascista leggermente ripulito. È un paradosso della storia, ma se Fini deciderà davvero di fare un partito e scendere in campo, sarà un problema serio per il Partito democratico del desaparecido Pierluigi Bersani, non per l'asse costituito da Pdl e Lega. Agosto non è il mese per fare sondaggi, ma da settembre sarà interessante vedere come si orienta il sentimento degli elettori per capire quanto sia vicino il voto. Berlusconi e Bossi le elezioni possono permettersele, mentre gli altri no. Capisco le obiezioni di chi dice che a rimetterci in uno scenario simile sarà il Paese. Sono più che consapevole del rischio che corriamo, ma giunti a questo punto, o c'è un patto chiaro, senza botole che si aprono a sorpresa nel corso della legislatura, oppure è meglio aprire le urne e lasciare la decisione finale agli italiani. Sono loro che hanno scelto il premier, la sovranità del popolo resta intangibile e sono sicuro che questo principio guida anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Non c'è spazio per alcun governo tecnico, di transizione, governicchio o papocchio. Berlusconi usa la formula «governo degli sconfitti» e la sua efficacia dal punto di vista della comunicazione è indubbia. Ora la palla passa a Fini e ai suoi fedelissimi. Pensano al futuro e alla libertà, ma il loro sguardo da oggi deve posarsi con realismo sul presente. Il gruppo è spappolato, le opinioni divergono, il disorientamento per il pasticciaccio di Montecarlo è evidente. Non sarà facile attutire i contraccolpi di questa storia che non si è ancora conclusa e sono pronto a scommettere avrà altre puntate sorprendenti. La difesa impostata da Fini sul caso è disastrosa. Non si può essere attendisti di fronte all'intero sistema dei quotidiani e dei newsmagazine che chiede spiegazioni sulla presenza in una casa che fu di An del cognato in affitto Giancarlo Tulliani. Fini da questa storia, comunque vada, ne esce con un capitale di credibilità al lumicino. Se non spiega con chiarezza, è politicamente archiviato. Può solo sperare di rosicchiare voti qua e là, sopravvivere alla tempesta e ricominciare da capo un'altra avventura. Sarà dura. È un programma riduttivo per un politico che prima della metamorforsi era destinato ad essere l'erede della leadership nel centrodestra. E ora? La vera prova per la tenuta del governo ci sarà quando riapriranno le Camere e si cominceranno a discutere e votare le leggi. Il Cav si è già portato avanti. Basta leggere con attenzione le parole pronunciate ieri da Berlusconi per capire che la campagna elettorale è già iniziata. Questa per Fini è davvero l'ultima spiaggia.  

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