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«Gianni resti in sella Roma ha bisogno di lui»

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NadiaPietrafitta «I processi politici legati all'attualità di questa estate vanno inquadrati in una prospettiva storica». Fabio Rampelli (nella foto), deputato Pdl, un tempo coordinatore di Alleanza Nazionale nel Lazio, non sa ancora come andrà a finire, se davvero si arriverà alle elezioni anticipate. Onorevole, il Pdl è in difficoltà? «Il Pdl è nato come partito di sintesi, che intende interpretare i sentimenti di tutti gli italiani. Un movimento interclassista, che rappresenti tutte le realtà regionali. Un grande partito popolare di destra. Il progetto è ambizioso, è naturale che ci siano alcune difficoltà iniziali. Lo scontro con Fini è una di queste, ma in prospettiva credo che il Pdl sia destinato a fare la storia del Paese». Si andrà al voto anticipato? «È bene dire le cose come stanno. Sarà necessario andare alle elezioni se una parte della maggioranza continuerà a fare la fronda al governo. Il continuo tentativo di logoramento della leadership di Silvio Berlusconi non è più accettabile: in democrazia chi vuole emergere lo deve fare avendo alle spalle il consenso popolare, e non è il caso dei finiani. Futuro e Libertà non ha i numeri per esprimere la leadership del principale partito di governo. I sondaggi parlano chiaro: non hanno percentuali che possono proiettarli ai vertici delle istituzioni del Paese». Chi vincerebbe? «Rivincerà il centrodestra: Pdl, la Lega e altri eventuali alleati. Sarebbe il giusto colpo di grazia per chi in questi anni ha lavorato per disarticolare il bipolarismo, per quelli che a parole si sono sempre sempre dichiarati convinti bipolaristi e poi nella realtà quotidiana hanno lavorato alla costruzione del terzo polo». Può esistere un terzo polo, dunque? «Granata sostiene che contro Berlusconi potrebbe formarsi una coalizione in grado di mettere insieme Gianfranco Fini, Nichi Vendola e tutto il cucuzzaro. A me certe idee fanno accapponare la pelle. A far accapponare la pelle basterebbe un'alleanza tra l'ex leader di An, un uomo di destra, l'Udc di Casini e l'Api di Rutelli. Già questa sintesi non porterebbe nulla di buono al Paese». Cosa succederà a Roma se tra Pdl e finiani la rottura sarà definitiva? «A Roma non ci sono soggetti che hanno aderito alla formazione di Futuro e Libertà. Non esiste nessun movimento, nessuna comunità di quelle tradizionali che abbia sposato la causa del presidente della Camera e dei suoi uomini. La Capitale si accredita per avere nel centrodestra un ruolo molto importante, esprimendo già il sindaco di Roma e il presidente della Regione Lazio. Il Pdl a Roma è nelle condizioni di dare il meglio di sé». Il sindaco Alemanno era presente al vertice dello stato maggiore del Pdl. C'è chi dice che potrebbe candidarsi come vicepremier... «È solo un'ipotesi giornalistica. Non c'è nulla che possa far pensare a una sua rinuncia al ruolo di sindaco di Roma, accettando anche la sfida di un secondo mandato. La Capitale ha bisogno di un sindaco con la determinazione, l'autorevolezza e la coerenza di Gianni Alemanno. Ci vorrà tempo per risanare le ferite lasciate aperte da Rutelli prima e Veltroni poi. Non farà né il parlamentare, né il ministro, né il vicepremier. Roma sarà il laboratorio del nuovo Pdl e Alemanno avrà - da primo cittadino - un ruolo decisivo nel centrodestra».

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