Silvio si appella ai finiani "Non tradite gli elettori"
«Non possono tradire gli elettori». Silvio Berlusconi fa appello ai finiani moderati, per evitare rotture che porterebbero inevitabilmente alla caduta del governo. Il premier confida nel fatto che la maggioranza dei parlamentari che si è schierata con Futuro e Libertà mostrerà lealtà all'esecutivo. «Certo è comprensibile», avrebbe detto il presidente del Consiglio ai suoi fedelissimi, la vicinanza che hanno nei confronti di Gianfranco Fini ma «la coerenza vuole che dimostrino la stessa fedeltà a chi li ha votati». Ma questo è niente. Perché se il premier ha smesso di considerare «recuperabili» i falchi della nuova formazione del presidente della Camera, vuole riconquistare le colombe. Per questo avrebbe affidato ad alcuni esponenti del Pdl la missione di «trattare» con i finiani. Del resto Berlusconi ha in testa la sfida dei numeri, che gli appaiono sempre più incerti. Dunque ogni dirigente del Pdl avrà il compito di far riflettere i moderati di Futuro e Libertà per riportarli nel partito. Un paio di settimane fa era stato il vicecapogruppo al Senato, Gaetano Quagliariello, a ribadire, proprio in un'intervista a Il Tempo, l'apertura del Pdl ai finiani «pentiti». Ora è Berlusconi a insistere: «Dovete convincerli con le buone ragioni della nostra politica». Il pressing è soprattutto verso quelli già contattati nelle scorse settimane. Almeno una decina, quelli che il premier conta di riportare nel Pdl e che sarebbero decisivi alla Camera. Nel corso del suo ragionamento il Cavaliere non avrebbe nemmeno accennato alla possibilità di ricucire con l'ex leader di An o con quei parlamentari (Italo Bocchino, Carmelo Briguglio, Fabio Granata o Luca Barbareschi) che considera «falchi». Le speranze di colmare le distanze con il presidente della Camera, sottolinea un esponente del Pdl, sono nulle. L'obiettivo, semmai, è quello di dialogare con i parlamentari che hanno seguito Fini nel gruppo Futuro e Libertà, ma che non vogliono far naufragare l'attuale maggioranza. Anche perché negli ultimi giorni il clima all'interno di Fli è incandescente. La spaccatura è netta. Non è un caso che vari esponenti del movimento, dalla Sbai alla Polidori, abbiano mostrato parecchie perplessità sulle prese di posizione di Bocchino e Granata. Insomma, il terreno è pronto per l'ultima battaglia del cavaliere e dei dirigenti del Pdl, ognuno dei quali dovrebbe riportare un finiano all'ovile. I «falchi» di Fli replicano: «I finiani sono tutti moderati ma non smemorati: vi è stata una espulsione politica senza contraddittorio del presidente Fini dal Pdl. Se Berlusconi vuol far prevalere la moderazione bisogna ripartire dal giorno prima dell'ufficio di presidenza e recuperare quella compatibilità che lui stesso ha messo in discussione» scrivono in una nota congiunta i deputati finiani, Italo Bocchino e Pasquale Viespoli. Intanto continua la strategia per far cambiare passo al governo e per rinforzare il Pdl. Domani a Palazzo Grazioli Berlusconi ne parlerà con capigruppo e coordinatori del Pdl. L'idea è di puntare su un'organizzazione «orizzontale» del partito, con «sezioni» sul territorio in grado di coinvolgere i cittadini e comunicare i risultati del governo. Di sicuro, come spiega il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, dopo la pausa estiva il premier proporrà «una scelta in positivo su riforma della giustizia, Sud, federalismo per andare incontro alle esigenze del Paese e per governare». Il processo breve? «Sulla giustizia - conclude Cicchitto - ci sarà un'operazione globale di riforma e poi si definirà una linea per disinnescare l'uso politico della giustizia, è possibile che Berlusconi parli alle Camere su questo tema ma non è sicuro perché l'ipotesi verrà valutata venerdì».