Silvano Moffa
OnorevoleSilvano Moffa, il premier Berlusconi ha lanciato la «caccia» al finiano. Vi farete prendere? «La maniera migliore per convincere i finiani è tornare a un dibattito politico serio. Noi saremo fedeli al patto con l'elettorato, non abbiamo mai pensato alla possibilità di fare diversamente. Tuttavia siamo convinti che sia necessario dare spinta al riformismo del centrodestra che ormai è appannato, soprattutto per le condizioni esterne, a partire dalla crisi economica». Vi sentite traditori, come dice il premier... «In questo modo non si va lontano. Quest'accusa potrebbe essere riversata agli altri. Vediamo i fatti: c'è stato uno strappo e le questioni poste da Fini dovevano avere risposte adeguate. Invece si è forzata la mano e il cofondatore del Pdl è stato espulso dal partito anche perché pensavano che i finiani fossero pochi». Lei si sente falco o colomba? «Sinceramente nessuno dei due. Preferisco essere considerato un'aquila, perché vola alta. Dobbiamo ridare senso alla politica e all'etica pubblica, per questo sono contro l'ipotesi di elezioni anticipate. Piuttosto bisogna capire di cosa hanno bisogno il Paese e il centrodestra». Non sarebbe il caso che Fini e Berlusconi si parlassero? «Ho chiesto fin dal primo momento che lo facessero, sarebbe stato utilissimo: il dialogo è la via maestra della politica. L'ho sempre ribadito, soprattutto in questo periodo. Il presidente Fini ha anche chiesto esplicitamente su Il Foglio di superare i personalismi, da una parte e dall'altra, e di ripartire. Ma il suo invito non è stato colto. Adesso Fini e Berlusconi dovrebbero parlarsi anche se è più difficile, visti gli attacchi de Il Giornale e le ripetute richieste a Fini di dimissioni». Farete un vero e proprio partito a settembre? «Questa cosa del partito fa parte della fantapolitica. Qui nessuno vuole fare un partito, come non volevamo creare gruppi autonomi: sono nati soltanto come reazione a un'ingiustificata espulsione. Ora, piuttosto, serve un patto di legislatura». Cosa vi aspettate dal vertice del Pdl? «Mi auguro che prevalga la razionalità, altrimenti si creerebbero le condizioni di instabilità e si getterebbe l'Italia in una crisi al buio. Noi abbiamo pienamente sposato il programma del Pdl, è tempo di riempirlo di contenuti». Fini sbaglia a non chiarire la vicenda della casa a Montecarlo abitata dal cognato? Si tratta di un'operazione mediatica montata da Berlusconi per attaccare il presidente della Camera? «Fini, per il ruolo istituzionale che ricopre, ha chiarito ciò che doveva, poi, giustamente, ha lasciato il compito alla magistratura». Gianfranco Fini può essere ancora il futuro leader del centrodestra o lo strappo con Berlusconi ha compromesso la possibilità di raccoglierne l'eredità? «Tutto quello che è successo è nato da un'accelerazione dei tempi, a partire dal predellino. In quel momento si stava costruendo il Pdl. La caduta di Prodi da un lato e appunto l'accelerazione del predellino dall'altra sono servite a vincere le elezioni ma hanno evitato il lavoro di contaminazione e radicamento del nuovo partito di centrodestra. Dobbiamo ripartire da qui». Crede al tanto decantato Terzo Polo? «No. Siamo in un sistema bipolare, mi sembra difficile parlare di Terzo Polo, anche perché non c'è una base di valori comuni. Noi rimaniamo nel centrodestra e vogliamo ricostruirlo. Semmai si potrebbe parlare di un centrodestra allargato, con dentro anche l'Udc. Scorciatoie o terzi poli non aiutano e non troverebbero appeal, l'Italia non vuole tornare alla frammentazione». Ma se il governo dovesse cadere sarebbe meglio andare al voto o formare un governo di transizione? «Mi auguro che il governo non cada ma se dovesse succedere non avverrà per colpa di Futuro e Libertà. In ogni caso tutto passerebbe nelle mani del presidente della Repubblica Napolitano che penso rispetterebbe il mandato elettorale». Mi dice qualcosa di destra finiana? «Fini è stato accusato di sposare alcune idee di sinistra quando ha parlato di questioni etiche o biologiche o dell'immigrazione ma io mi sono accorto che quelle posizioni sono condivise dall'area socialista del Pdl. Poi quando Fini ha parlato di legalità, allora è stato criticato anche dal centrodestra. Mi sembra che dire cose di destra, o di sinistra, sia diventato insensato».