Berlusconi: ognuno mi porti un finiano
Silvio Berlusconi esaminerà venerdì a Roma in un vertice con il gruppo dirigente del Pdl la piattaforma per il rilancio della maggioranza da presentare al voto del Parlamento. Anna Maria Bernini, portavoce nazionale vicario del Pdl, assicura: "Ancora una volta, a prevalere nelle priorità di governo - e nel percorso organizzativo e programmatico del partito - saranno la concretezza ed i contenuti, fuori da pastoie e polemiche create ad arte, che per troppo tempo hanno tentato di sottrarre rilievo e consistenza all'efficiente azione di questo esecutivo, che sta portando il Paese fuori dalla crisi". LA BATTAGLIA D'AUTUNNO - Silvio Berlusconi, diviso fra il rispetto per alcuni dei finiani moderati e l'irritazione per i falchi che ormai da qualche tempo chiama "quelli là", si prepara alla "battaglia d'autunno" con in testa la sfida dei numeri, dai quali gioco forza dipende, e che gli appaiono sempre più incerti. E così il premier, nei contatti avuti nelle ultime ore, ha chiarito un concetto: ogni dirigente del Pdl, ogni personaggio di peso deve provare a farsi carico di convincere un finiano della fazione moderata, con l'obiettivo di mantenerlo ancorato alla maggioranza. Una missione politica, tradotta nella formula "ognuno mi porti un finiano". Berlusconi non tralascia il "pallottoliere" e per questo ha ripetuto: "Dovete convincerli con le buone ragioni della nostra politica". Occorre dunque rivolgersi ai finiani moderati, quegli stessi già contattati da uomini vicini al premier nelle scorse settimane. Insomma, quelli rimasti con Gianfranco Fini perché in buona fede e dai quali si aspetta pari lealtà al governo e al risultato uscito dalle scorse urne con il voto degli elettori. Il primo banco di primo ci sarà a settembre, all'inizio della battaglia d'autunno. A partire dai punti programmatici sui quali il Cavaliere sta lavorando e che intende sottoporre ai finiani, con un occhio di riguardo a quelli moderati che, ripete, non possono "tradire il mandato elettorale". BOSSI: NON C'È UN'ALTRA MAGGIORANZA - Sulla questione maggioranza o voto, il leder della Lega, Umberto Bossi, non ha dubbi: "Napolitano non troverà una maggioranza alternativa" e poi il governo tecnico "è un governo che non è passato attraverso il voto, non si riesce a uscire da questa crisi" facendo un esecutivo di transizione". Il capogruppo finiano alla Camera, Italo Bocchino, afferma di non comprendere "per quale ragione si voglia ricorrere al voto quando è evidente che non c'è nessuna crisi di governo in atto. I gruppi parlamentari di Futuro e libertà per l'Italia hanno detto con chiarezza che garantiranno la fiducia al governo per l'intera legislatura e che voteranno tutti i provvedimenti facenti parte del programma elettorale. E' su quello, infatti, che si deve rispettare il mandato degli elettori e non su altri argomenti". Quindi "la crisi di governo può aprirla soltanto Berlusconi con le sue dimissioni o il Pdl negando la fiducia al governo. E se ad aprire la crisi è Berlusconi per insofferenza verso Fini è lui a tradire il mandato popolare e a venir meno agli impegni presi con gli italiani". SCONTRO DI POTERE - Dall'opposizione interviene il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi: "Berlusconi e il Pdl puntano allo sfascio delle istituzioni, non hanno remore, non si fermano davanti a niente pur di mantenere il potere. E' chiaro che in questo modo non si può andare avanti e che al Paese serve una svolta politica". Filippo Penati, capo della segreteria politica di Bersani, afferma: "Prima di parlare di voto anticipato Berlusconi venga in Parlamento e dica agli italiani che il suo governo è finito. E' irresponsabile da parte degli esponenti della maggioranza continuare a scaricare sulle istituzioni lo scontro di potere in atto nel centrodestra. Nessuno impedisce di chiedere il voto anticipato, solo che il verificarsi di tale eventualità non è nelle mani del richiedente. Il centrodestra continua a ripetere lo stesso mantra sbilenco di una inesistente costituzione materiale".