Bankitalia scopre i conti di Verdini
Sono andati giù duro gli ispettori della Banca d’Italia che hanno passato al setaccio i conti del Credito Fiorentino all’epoca presieduto da Denis Verdini coordinatore del Pdl e indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla nuova P3. I tecnici inviati dal Governatore Mario Draghi hanno infatti rilevato carenze degli organi aziendali, con accentramento dei poteri nelle mani dell'allora presidente; un otenziale conflitto di interesse dello stesso Verdini con la Banca per affidamenti per oltre 60 milioni di euro; impieghi spesso a rischio, concentrati su grandi clienti, in contrasto con gli obiettivi mutualistici dell'istituto. La relazione è stata inviata al ministro dell'Economia Giulio Tremonti e alla segreteria del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (Cicr), con la quale è stata proposta, e poi disposta con decreto del 27 luglio dello stesso Tremonti, l'amministrazione straordinaria del Credito Cooperativo Fiorentino (Ccf), la banca finita anche nell'inchiesta sulla cosiddetta P3. Verdini ha però risposto immediatamente all'accusa rinviandola al mittente: «Si tratta dell'inizio di un provvedimento amministrativo al quale risponderò puntualmente e adeguatamente nei termini previsti dalla legge». Non solo. Il coordinatore ha anche spiegato il suo punto di vista riguardo all'ipotesi di conflito di interessi «fondato su ipotesi errate di fatto e di diritto, la cui insussistenza sarà presto dimostrata, in quanto ho sempre operato nella massima trasparenza e nell'interesse della banca». La Banca d'Italia ha, però, anche evidenziato scarsa istruttoria per finanziamenti talvolta con finalità sospette e la tardiva applicazione delle norme antiriciclaggio. Ciononostante, il patrimonio del Credito Fiorentino è risultato ancora sufficiente, anche se con l'eccedenza in progressiva erosione. Gli accertamenti condotti dal 25 febbraio al 21 maggio scorsi hanno evidenziato un esecutivo della banca «scarsamente autorevole» e un collegio sindacale «privo di sufficiente indipendenza». Il governo societario è risultato «totalmente accentrato» nelle mani del presidente Denis Verdini. Indagato in diverse sedi giudiziarie in relazioni a ipotesi di corruzione e riciclaggio, Verdini, sempre secondo Bankitalia, «ha omesso di fornire piena informativa, ai sensi dell'articolo 2391 del codice civile, circa la sussistenza di propri interessi potenzialmente in conflitto con quelli della banca, per affidamenti complessivamente ammontanti a euro 60,5 milioni», riconducibili ad iniziative editoriali e immobiliari.