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A settembre debutterà il partito dei finiani

I finiani Fabio Granata, Italo Bocchino e Giorgio Conte

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Tra poche settimane debutterà il vero e proprio partito del presidente della Camera, Gianfranco Fini, e dei suoi fedelissimi. Lo confermano i deputati di Futuro e Libertà, Carmelo Briguglio e Fabio Granata. Ma questo è niente. Perché i finiani attaccano l'inchiesta sulla vendita della casa di Montercarlo, ereditata da An e ora abitata dal cognato del numero uno di Montecitorio, e tornano a parlare di governo di transizione e voto anticipato. «Il valore del bipolarismo per il nostro sistema democratico è un punto fermo a cui noi ci dobbiamo attenere. Se però si producesse una rottura istituzionale, se dovesse avvenire un golpe istituzionale in cui da parte del premier, o di ambienti vicini al premier, di giornali vicini al premier si chiede il licenziamento del presidente della Camera, allora saremmo ad altro», dice Briguglio, intervistato da Klaus Davi in un programma su You Tube. Netto anche il vicecapogruppo di Fli alla Camera, Benedetto Della Vedova. A Ferragosto «ben due ministri hanno ripetuto: no a governi tecnici, sì a elezioni anticipate. Hanno già cambiato la Costituzione e sostituito con il loro "consolato" ruolo e funzioni che la Carta assegna al presidente della Repubblica?». Tenta di gettare acqua sul fuoco il portavoce di Futuro e Libertà, Silvano Moffa: «Abbiamo assistito negli ultimi giorni ad una escalation inconcepibile», per questo apprezzo «il richiamo a moderare i toni e a recuperare il rispetto delle istituzioni, evitando scontri istituzionali. Mi auguro che le parole del presidente Napolitano vengano ascoltate». Stessa posizione della senatrice di Fli, Maria Ida Germontani: «Ferragosto è passato, ha portato via con sé tante polemiche e anche le inaudite minacce contro il Capo dello Stato e la Costituzione, una inqualificabile e imperdonabile campagna mediatica diffamatoria nei confronti della terza carica dello Stato, nonché i proclami di fedeltà padana al premier». Ma da Fare Futuro tuonano: «Il quadro del Pdl in previsione di possibili elezioni anticipate non sembra essere dei migliori. Tra leghismo imperante, finiani in ascesa e deriva populista, quello che doveva essere il più grande partito liberale di massa d'Europa rischia di trasformarsi in un ridotto di estrema destra, ad uso e consumo degli istinti più bassi e rozzi della gente e della politica» scrive Ffwebmagazine, periodico online della fondazione vicina al presidente Fini, che prevede, per un Pdl «berlusconizzato» una deriva estremista e percentuali più basse del previsto. La ciliegina sulla torta la mette il deputato di Fli Fabio Granata: «A settembre costruiremo attorno a Gianfranco Fini il profilo di una forza politica modernissima ma intrisa di Memoria Storica. Culturalmente consapevole ma popolare. Una forza in grado di progetti lungimiranti e all'altezza del Modello Italiano. Un Modello, per nostra fortuna, ben distinto e distante dal berlusconismo privo di anima, dall'affarismo privo di progetto e dal rancoroso "tribalismo" della Lega. Un Modello per la nostra Italia».

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