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La "Freccia Alata", lasciapassare per il paradiso dei cieli

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Sgarbi ha rivelato: Elisabetta Tulliani mi chiese la Freccia Alata. Quant'è bello essere un vip. Alla prima uscita con la ragazza di turno poter srotolare le carte di credito dal portafogli ed esibire la «Freccia Alata», la card che ti apre le porte verso il paradiso dei cieli. Quando la possiedi, sei un vip con la «v» maiuscola, uno di quelli che contano, uno di quelli che può dire «lei non sa chi sono io» e subito trovi lo sventurato di turno che ti dà udienza intimorito dalla pesantezza delle tue conoscenze. La «Freccia Alata», a lungo agognata dagli arrimpicatori sociali e dalle donne in cerca di gloria economica, ti fa godere di privilegi straordinari. Innanzitutto consente di entrare nelle sale vip degli aeroporti a tutte le ore, in qualsiasi giorno dell'anno anche quando, due metri più in là, la gente si accampa perché il tour operator di turno ha tirato l'ennesimo pacco dell'estate. Ebbene, te ne stai seduto al fresco con l'orgasmo cosmico che invade gli italiani quando possono bere e mangiare gratis mentre di fuori c'è un caos degno di un girone dantesco. La bimba che piange, la nonna coi piedi gonfi che si toglie le scarpe, il gatto dentro la gabbia e il solito signore con l'ascella pezzata di «squalloriana memoria». Ma tu sei un vip, stai li dentro con la bibita appena presa nel frigorifero gigante che ti ritrovi di fronte. Solo alla quarta birra, quando capisci che rischi la sbronza, ti fermi ma è gratis e allora bisogna approfittarne fino all'ultimo goccio. Per non parlare delle hostess che di solito ti accolgono all'interno della sala vip che hanno visi angelicati e cosce lunghe tre metri: oltre che per il cambio di clima (di solito il possessore della Freccia Alata non gradice la temperatura superiore ai venti gradi), ti potrebbe prendere uno svenimento tanto da pensare che la siffatta belleza italica sia compresa nel prezzo. E poi quei 20 kg decisivi per qualsiasi donna che, quando parte, trasloca. «Amore andiamo tre giorni a Madrid, c'era proprio bisogno di portarti sei paia di scarpe?», chiede il marito deluso che non si arrende dall'ennesima valigia da trasportare con dentro tutto il guardaroba di una vita. «Ma che non sai fare i conti: una per il giorno una per la sera, tre per due fa sei», ti risponde stizzita come se fossi uno scemo. Te ne resti con la sguardo perso nel vuoto a pensare a quando tua madre ti diceva «non fa per te, lasciala perdere»... Comunque la «Freccia Alata» ti consente di avere 20 kg di accedenza bagagli senza pagare di più il biglietto aereo che spesso fanno la differenza. Infine la lista d'attesa: a chi non è capitato di trovarsi con l'ultimo volo da Milano per Roma insieme a un'altra trentina di sventurati che spera di essere chiamato per salire su quell'aereo Solo se hai la preziosissima carta puoi beffare tutti e allontanarti con ghigno luciferino per sfuggire alla rabbia dei concorrenti. Da qualche tempo poi è nata anche la «Freccia Alata Plus». Supera la precedente, è la nuova frontiera del vippone che non si rassegna mai a fare la fila.

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