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Ferrari garanzia di conquista

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Giancarlo Tulliani lava la Ferrari 458 a Montecarlo

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È il sogno di tutti gli uomini. Anche di quelli che non hanno la patente. Girare la chiave e sentire il rombo del motore, il primo V8 a iniezione diretta della casa di Maranello. Inconfondibile. Una sinfonia. Seguire con gli occhi la lancetta del contagiri che sale premendo leggermente l'acceleratore anche quando la macchina è ferma al semaforo. Uno dei piaceri più effimeri e insieme più esclusivi che si possano provare sul pianeta Terra. Una Ferrari 458 Italia, come quella di Giancarlo Tulliani, il cognato di Gianfranco Fini. Cambio a doppia frizione a sette marce, 570 cavalli, da 0 a 100 in 3,4 secondi. Roba che gli autovelox ti inquadrano, al massimo, la coda. Sì, una Ferrari. Mica è un caso che ce l'abbiano i due calciatori-simbolo di Roma e Lazio, Totti (grigia) e Zarate (nera). Certo per la stragrande maggioranza degli uomini rimane un miraggio: costa 197 mila euro. Quanto una casa di 50 metri quadrati nella periferia romana (non a Montecarlo). Alla guida di un mostro del genere manca soltanto il tipico cappelletto con visiera che usano tanti ferraristi. Non si sa bene perché. Forse per ripararsi dal sole. O forse è un vezzo. Soprattutto per quelli che i capelli li hanno salutati una ventina d'anni prima di sedersi sui sedili in pelle della Rossa per eccellenza. Che poi può essere anche di un altro colore: blu, grigia o nera come quella di Tulliani. Se poi si vuole strafare, allora il giallo è perfetto. Dà nell'occhio ma tant'è. Poco meno di 200 mila euro e ti senti uno Schumacher de noantri mentre tocchi la leva del cambio modello Formula 1. Pazienza se guidi a un palmo dal vetro perché sei miope e stai sulla Roma-Civitavecchia. Non spingerai fino ai 325 chilometri orari che la belva può raggiungere. Va bene lo stesso. Anche perché la nota dolente è il consumo di benzina: 4,5 chilometri a litro. Ma puoi stare seduto su una Ferrari e fare il tapino? Qualcuno lo fa. Si racconta che ci siano stati «ferraristi» andati fino a Maranello per chiedere di mettere l'impianto a gas. No, con la Ferrari non si può fare l'economo, non ci si può chiedere «ma quanto mi costi?», non si può stare con l'angoscia di graffiarla per un parcheggio difficile. No, la Ferrari non accetta compromessi. Anche perché gli uomini che hanno un bolide del genere sono sempre sotto lo sguardo vigile degli altri. Invidiosi. E hanno quasi sempre accanto, nell'abitacolo modello suite a sei stelle, una modella. Che non è un optional compreso con la macchina. No. Ma quella macchina aiuta. Prima conquista, poi fa conquistare. Certo se finisce come a Tulliani che ti fotografano a Montecarlo mentre, da solo, stai lavando la tua Ferrari 458, con la passeggera che ti aspetta a distanza di sicurezza, allora qualche nota stonata c'è. Altro che il portafogli.

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