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Canottiera, sigaro e dito medio Ecco le armi del Senatùr

Umberto Bossi

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Chi non ricorda la canottiera di Renato Salvatori, oppure quella di Marlon Brando in "Fronte del Porto"? Ma Bossi è più vicino ai fusti del cinema degli anni '50 o ricorda invece il ragionier Fantozzi in canottiera e mutande davanti alla tv? Decidano i lettori. Comunque sia vale sempre la definizione di Giannantonio Stella che individuò nel leader leghista il prototipo del «manoval style». Sicuramente il «celoduro» non si offende. In fondo la canottiera è nel costume italiano. Dell'Italia popolare degli anni '50. Quella dei muratori del boom edilizio. Quella dei bulletti romani in "Poveri ma belli". Peccato che il cinema la faceva indossare a ragazzotti muscolosi. Un sogno di virilità per molte donne nella pur perbenista Italia del dopoguerra. Difficile pensare che oggi ci siano donne che sognano il Senatùr. Dopo gli anni ruggenti la canotta sembrava scomparsa. Troppo cafona. Eppure, pur rinnegata, è rimasta nell'uso comune. Coperta, nascosta più delle mutande. Ma sempre, o quasi, presente. Era una caldissima giornata del 1991 a Bari. Si tiene il congresso del Psi e Bettino Craxi parla in un vero forno. Indossa una camicia bianca. Suda e dopo un po' si intravede perfettamente la canottiera. Va sui telegiornali, c'è chi ironizza. Ma se ne parla e l'indumento riconquista la scena. Inizia la nuova stagione della canottiera. E arriva fino ai giorni nostri. Galeotto il sudore, si intravede sotto la camicia di Obama. L'Obama di «noantri» è Bossi. E la sua canotta è una sfida. E' l'estate del 1994. Il senatur va in Sardegna a trovare Berlusconi. Costa Smeralda, Porto Rotondo. Il paradiso dei vip, dei paparazzi. La stazione della celebrità. Difficile farsi notare se non si possiede una barca di almeno 50 metri. O due tette da favola. Bossi ci riesce. La mattina arriva sulla spiaggia. Sigaro toscano, canotta, pantaloncini sgambati celesti con risvoltini bianchi. Una semina di peli, su spalle, braccia e gambe. Muscoli da sacrestano. No, niente a che vedere con Marlon Brando, è il fratello magro di Fantozzi. Nonostante questo Bossi la ostenta. La indossa nelle riunioni della Lega, e dicono sia la sua divisa da battaglia. Poi c'è il sigaro toscano. Puzzolente, la cosa che fa litigare col vicino di ombrellone perché tua moglie insiste perché tu vada a dirgli qualcosa, e quando ti decidi a farlo ti ci manda. E non sai se hai a che fare con un molle e pacifico impiegato del catasto o con il duro Clint Eastwood. Perchè il Toscano dà sicurezza. Incute timore senza minacciare. Ma lo sa Bossi che il Toscano, nato per errore nell'agosto del 1818, è diventato il simbolo del Risorgimento? Di quella stagione che portò all'unità d'Italia. Lo fumavano Garibaldi e Vittorio Emanuele II. Così Bossi per distinguersi aveva bisogno di altro: il dito medio alzato. Cosa voglia significare è inutile dirlo. Non c'è bisogno di altro per rendere esplicito dove dovrebbe allocarsi quel dito fallico. Del resto, con canotta, calzoncini, sigaro in bocca e dito medio alzato ci dice già abbastanza. È Bossi.

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