Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Berlusconi: "Fini non più credibile Trattiamo coi finiani"

Esplora:
Il premier Silvio Berlusconi

  • a
  • a
  • a

«Fini non è più credibile. A questo punto è difficile per il Pdl fare un accordo con lui». Berlusconi è chiuso ad Arcore. Non si perde una battuta di qaunto sta accadendo in queste ore. Legge gli articoli dei giornali sull'affaire Montecarlo e mantiene i contatti con i suoi parlamentari. Con i pochi con i quali ha parlato, il premier è stato chiaro. Vede il presidente della Camera distante, sempre più in difficoltà, in una condizione dalla quale gli sarà sempre più difficile venir fuori. Ormai politicamente archiviato. Infatti nei suoi ragionamenti ormai Fini non compare più. Si parla più genericamente di finiani. E se c'è un punto che il Cavaliere continua a non comprendere è come sia stato possibile che un gruppo di deputati e senatori, che comunque non ha intenzione di votare contro il governo, si sia di fatto prestato a un'operazione che avrà più ricadute fuori dal Paese che dentro. Perché non ci saranno problemi per la maggioranza in Parlamento, ragiona Berlusconi, «ma forse sulla credibilità del governo più forte in Europa». Silvio non è per nulla preocupato dall'accenno di controffensiva che hanno provato le linee finiane provando a gettare ombre sull'acquisto su Villa San Martino ad Arcore: «Una follia», ha ripetuto scuotendo la testa. E poi ha ribaditola storia già spiegata mille altre volte: «Fu fatto tutto alla luce del sole, con prezzi congrui e in maniera cristallina. Se si attaccano a questo, vanno a sbattere sul muro». Sicuramente è rimasto colpito dal fatto che Napolitano sia sceso così pesantemente in campo a difesa di Fini chiedendo in pratica alla stampa di autoimbavagliarsi. Ma non ha espresso, il premier, disprezzo. Pare gli sia scappato soltanto un lapidario: «Per me non l'ha mai fatto». Ora però Berlusconi guarda avanti. Pensa già alla ripresa dei lavori parlamentari. La sua intenzione è di presentarsi in aula e fare un discorso alto sul futuro dell'esecutivo, sull'agenda di governo e in particolare sul nodo più spinoso: quello sulla giustizia. Il presidente del Consiglio non farà sconti, attaccherà la «giustizia politicizzata» e non risparmierà colpi a quei settori della «magistratura a tratti eversiva».   Quello che si annuncia dunque sarà un settembre piuttosto di fuoco. In generale sarà un autunno caldo anche se Berlusconi continua a esser convinto che una parte dei finiani è uscita dal Pdl solo come atto di solidarietà nei confronti del cofondatore, al quale devono anni di militanza fianco a fianco oppure la candidatura a Montecitorio o Palazzo Madama. Ma quando si tratterà di cercare una ricandidatura è ben difficile che stiano ancora al fianco di Gianfranco. Certo, ora ripartiranno i processi. A cominciare da quello Mills. Ma il Cav non sembra preoccupato: «Non esiste alcuna dazione di denaro. E dunque non è possibile provarla in nessun modo. Ci proveranno i giudici ma anche stavolta sbatteranno il muso».

Dai blog