Assalto al mobilificio Castellucci "Mai portato niente a Montecarlo"
Per essere il 13 agosto al Mobilificio Castellucci sulla via Aurelia ferve un'insolita attività, con decine di persone che entrano ed escono dalla zona esposizioni. Sembra un vero e proprio assalto. Di ferragosto. Purtroppo per i Castellucci, però, in tutta quella ressa di clienti ce ne saranno solo un paio. E gli altri? «Sono tutti giornalisti», sospira il gestore, deluso ed irritato. «Solo stamattina credo ne siano venuti venti». Motivo di tanto interesse da parte della stampa, ovviamente, non è il mobilificio in sé e per sé, uguale alle altre decine di mobilifici che appaiono sulle grandi strade di Roma appena passato il raccordo. No, i giornalisti sono qui per via delle rivelazioni dei giornali, secondo cui proprio da Castellucci il presidente della Camera Gianfranco Fini e la compagna Elisabetta Tulliani, un anno fa, avrebbero acquistato mobili per la famosa residenza monegasca abitata dal cognato Giancarlo Tulliani. La casa, insomma, di cui il presidente della Camera sostiene di non aver saputo niente fino allo scoppio del Fini-Gate. Se la ricostruzione de «Il Giornale» fosse vera, vorrebbe dire che Fini sapeva, già un anno fa, della casa abitata da Giancarlo. Per questo ieri, da Castellucci, si sono radunati giornalisti di tutte le testate, nel tentativo di trovare qualche conferma o qualche smentita. Ma alla Castellucci sono preparati: hanno letto i giornali, ne hanno tanti sul bancone. E alle domande dei giornalisti, gestore e dipendenti rispondono sempre nello stesso modo, come più tardi scriveranno in una nota ufficiale: «La società Castellucci Maria Teresa, con esercizio in Roma via Aurelia Km 13,400, in relazione alle notizie di stampa apparse su alcuni quotidiani precisa di non aver mai effettuato trasporto o montaggio di mobili acquistati presso il proprio esercizio da Roma a Montecarlo, nell'interesse di Elisabetta Tulliani o suoi familiari o dell'onorevole Fini».