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Le strane concidenze delle società in paradiso

L'edificio in Boulevard Princesse Charlotte 14 a Montecarlo, dove si trova  l'appartamento abitato da Giancarlo Tulliani

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Printemps, Timara, Jaman. Hanno nomi esotici le tre società off-shore basate nelle Piccole Antille che si sono palleggiate il «casino» di Montecarlo che ha sbancato Gianfranco Fini. Esotici i nomi ma piuttosto banale la funzione: mettere i soldi al riparo dalle tasse. La prassi è assai diffusa fra i paperoni italiani come dimostra il ricco sottobosco di società con sede nei paradisi fiscali che consentono di proteggere il patrimonio immobiliare da controlli incrociati, lontano dagli occhi indiscreti dell'autorità giudiziaria. La differenza nel caso dell'appartamento di Montecarlo affittato a Giancarlo Tulliani è che tutte e tre le società sembrano essere state costituite ad hoc dai medesimi soggetti. Basta seguire la strada della compravendita, o almeno i passaggi fin qui noti: l'11 luglio 2008 la casa lasciata 9 anni prima dalla contessa Colleoni ad Alleanza Nazionale finisce ai Caraibi perché il tesoriere del partito Francesco Pontone, vende la casa a Printemps Ltd, con sede in Manoel Street, 10, Castries, Saint Lucia. Printemps è nata il 30 maggio 2008, a Saint Lucia, ovvero poco più di un mese prima. Tre mesi dopo, il 15 ottobre, Printemps rivende a 330 mila euro alla Timara Ltd anche lei con sede nelle Antille.   Anche la Timara ha visto la luce un paio di mesi prima della compravendita. All'affare partecipa poi la Jaman Directors che ha qualche anno in più delle altre finanziarie, essendo stata fondata il 2 novembre 2005 ma con la Printemps e la Timara condivide la sede. In sostanza l'intricata operazione immobiliare si è perfezionata in appena quattro mesi e mezzo con tanto di inquilino già designato, ovvero il cognato di Fini. Chi siano i soci di queste Ltd è un mistero, proprio perché queste operazioni finanziarie off shore garantiscono l'anonimato e limitano al massimo la responsabilità degli stessi soci che detengono azioni al portatore. Al banco del «casino» di Montecarlo spunta comunque una nutrita schiera di personaggi uniti dalla passione per i Caraibi: il finanziere Gianfranco Comparetti, proprietario dello Yacht Club Villas at Cul de sac ad Anguilla, altro paradiso fiscale vicino all'isola di Santa Lucia, segnalato dall'Ocse come possibile terminale di operazioni di riciclaggio internazionale. Poi c'è James Walfenzao, rappresentante nell'isola di Saint Lucia della Corpag, una società di servizi delle Antille olandesi con filiali in molti paradisi fiscali, ma soprattutto consulente, amministratore e prestanome Francesco Corallo, nato a Catania nel 1960, titolare della multinazionale del gioco Atlantis World con base alle Antille. Quando sbarca in Italia, Corallo sceglie come suo rappresentante il vecchio amico Amedeo Laboccetta, dagli anni '80 colonna del Msi napoletano e poi di An. Il deputato del Pdl che ogni anno va in vacanza alle Antille e vuole essere sepolto lì.   Di questi personaggi nessuno è noto agli esperti che operano professionalmente nell'edilizia o nell'intermediazione di proprietà edilizie e immobiliari. Tantomeno ai consulenti delle banche d'affari specializzati nel real estate. Anzi, in molti trovano questa operazione – al di là delle mere opportunità politiche - alquanto bislacca da punto di vista tecnico. Le maggiori perplessità dei broker consultati da Il Tempo riguardano il prezzo dell'immobile: in tutti i passaggi fra le scatole cinesi delle Antille il valore dell'appartamento (70 metri quadrati più 10 di terrazzo al piano terra) non è aumentato. L'ultima compravendita, dalla Printemps alla Timara, è stata conclusa per appena 330mila euro mentre in quella zona del Principato le agenzie immobiliari stimano almeno 10 volte tanto i prezzi di vendita per appartamenti con caratteristiche analoghe. Quindi non si capisce l'opportunità dell'operazione. Non solo. Il giochino delle tre società off-shore è abbastanza anomalo: si potevano ottenere gli stessi vantaggi in termini di riservatezza affidandosi alle cosiddette SCI monegasche, ovvero le Società Civili immobiliari si distinguono proprio per l'anonimato dei soci e per il numero contenuto di adempimenti contabili e fiscali. Perché tutti questi strani intrecci quando anche alle spa quotate in Borsa basta una specifica delibera (quella relativa a “operazioni fra parti correlate”) per procedere con passaggi immobiliari a trust o fiduciarie? Fin qui, aggiungono comunque gli esperti, non si rileva alcuna ipotesi di reato.   La musica però cambierebbe se dietro al “palleggio” caraibico della casa Fini-Tulliani spuntasse un giro di riciclaggio o uno scudo fiscale studiato ad hoc con annessa costituzione di capitali all'estero. Allora sì che scoppierebbe davvero un gran casino.

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