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Dove si situa, nella classifica del privilegio, la casa di Montecarlo occupata dal cognato di Gianfranco Fini? Certamente in un piano elevato.

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Sedietro le società off shore dei Caraibi ci fosse proprio Giancarlo Tulliani, il presidente della Camera sarebbe indifendibile. Comunque vada a finire, la stampa berlusconiana ha colto un primo risultato: l'ex ministro Scajola è tornato a fare politica proclamandosi "vittima dei dossier come Fini". Sui giornali di destra si è potuto celebrare il trionfo dell'immoralismo, una variante nostrana del moralismo che invece di segnalare i vizi dell'avversario per far risaltare la propria virtù, persegue l'obiettivo opposto: trovare il bubbone altrui per coprire la metastasi del capo. Da questo punto di vista il caso Fini segna una svolta. Per la prima volta gli scherani del Principe non vogliono la notte con le vacche tutte nere. Al padrone non basta trascinare Fini nel fango con Scajola. L'ultimo stadio dell'immoralismo è la caccia al moralista. Chi ha scagliato la prima pietra deve essere lapidato. Il bubbone politico non è bene accetto ma deve essere amputato con appelli alle dimissioni e raccolta di firme sui giornali. Il portatore del virus va eliminato subito. Il Pdl non resisterebbe un giorno. All'affarismo? No, alla legalità.

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