«Betto era una spia e ci rubava i soldi»
nonsolo faceva la spia, si intascava i soldi destinati agli ultras. Lo so perchè io sono stato per tanti anni capo della Brigata Etrusca». Lo scrive in una mail all'ANSA e lo conferma interpellato telefonicamente, Lucio Matteucci, capo storico della Brigata, ormai slegato dalla banda di ultras. Nella mail, Matteucci racconta un aneddoto specifico: «Nel 1999, quando ancora c'era la lira, quel gran presidente che era Gaucci ci chiamò e, felice per la nostra presenza costante allo stadio, ci disse che ci avrebbe aumentato lo stipendio che regolarmente ci veniva corrisposto tramite Tulliani. Ma quando ci disse che dal milione e mezzo sarebbe passato a 2 milioni, rimanemmo a bocca aperta e gli dicemmo che noi al mese ricevevamo "solo" 500 mila lire. Scese il gelo nella sala e Gaucci, che era un gran signore, disse: "ah si, mi sono sbagliato... passerete da 500 mila a un milione". Avevamo capito che tipo di persona aveva vicino il povero presidente Gaucci». La Brigata Etrusca è una formazione tosta. Vicina agli ambienti di estrema destra: gli striscioni hanno una chiara simbologia runica. Più volte condannati per cori razzisti. Non sono mai stati teneri con dirigenti e allenatori. Una stagione diversa fu quella degli anni della presidenza Gaucci. Del resto, le parole di Matteucci ne spiegano il perché. La Brigata etrusca veniva pagata dal presinte. E gli ultras ripagavano il loro patron seguendo in massa la squadra in trsferta. Creando a volte qualche problema di ordine pubblico, ma il sostegno ai gialloblu non è mai mancato. Eppure la Brigata Etrusca tre anni fa si è sciolta. Fondata nel 1997, nel 2007, dopo dieci anni di militanza in curva gli ultras dell'Etrusca hanno deciso di lasciare. Ma questa volta il motivo non è stato uno scontro con la dirigenza della squadra ma le nuove norme in fatto di tifo allo stadio. I controlli, i limiti agli striscioni, la tessera del tifoso che stava per maturare, hanno consigliato agli ultras di fare un passo indietro. Niente più bandiere e striscioni della Brigata. Presenza anonima allo stadio con unici segni distintivi i tatuaggi sui bicipiti che rimandano alla squadra del cuore e alla «gloria» della Brigata. Che resta fedele alla Nord e continua a seguire i gialloblu. E a criticare i presidenti senza soldi.