F. Cristiana: "Italia disgustata In politica uomini nuovi"
"L'opinione pubblica, sebbene narcotizzata dalle Tv, è disgustata dallo spettacolo poco edificante che, quasi ogni giorno, ci viene offerto da una classe politica che litiga su tutto. Lontana dalla gente e impotente a risolvere i gravi problemi del Paese". Recita così il duro editoriale del numero di "Famiglia Cristiana" in edicola da domani. "La richiesta della Chiesa di uomini nuovi trova ampi consensi tra la gente. Anche se non sono mancate critiche, da chi si sente nel mirino della denuncia - prosegue il settimanale paolino -. C'è chi ha parlato di mancanza di gratitudine, per il sostegno che una parte politica dà ai valori irrinunciabili e alle opere della religione. Soprattutto in un Paese difficile da governare. E refrattario a qualsiasi riforma di grande respiro. Tra le reazioni più forti, c'è chi s'è chiesto da che pulpito venga la predica. Perchè mai la Chiesa si chiama fuori dalle responsabilità? Non fa parte, essa stessa, della classe dirigente del Paese? E perchè non guarda alle carenze di quel mondo cattolico fortemente intrecciato nelle vicende nazionali? Accuse solo in parte giustificate. Nel richiamare al senso del bene comune quanti occupano posti di alta responsabilità, la Chiesa è cosciente che anche il mondo cattolico deve fare la sua parte. E assumersi di più i ruoli che contano". LA CHIESA VUOLE UOMINI NUOVI - Famiglia Cristiana denuncia pertanto un "vuoto di leadership", in politica ma anche in altri settori, dove "mancano persone capaci di offrire alla nazione obiettivi condivisi. E condivisibili". Il settimanale dei paolini riprende la medesima denuncia della Chiesa di un Paese "senza classe dirigente" per lamentarsi di come in Italia, in questo momento, "non emerge un'idea di bene comune che permetta di superare divisioni e interessi di parte. Se non personali". E anche il federalismo che si propone "sa di secessione": è "senz'anima e solidarietà". "Un Paese maturo, che deve mirare allo sviluppo e alla pacifica convivenza dei cittadini - sottolinea ancora il settimanale - non può continuare con uomini che hanno scelto la politica per sistemare se stessi e le proprie pendenze". Per questo "la richiesta della Chiesa di uomini nuovi trova ampi consensi tra la gente", si legge nell'editoriale, che ricorda come "da tempo, Papa e vescovi hanno lanciato l'appello: giovani politici cattolici cercansi". SCINTILLE TRA ROTONDI E ORLANDO - L'articolo ha suscitato inevitabilmente le reazioni oppeste di maggioranza e opposizione. "Alcuni editorialisti di Famiglia Cristiana devono sempre dipingere un'emergenza diversa che giustifichi la loro militanza contro Berlusconi, reo, come la gran parte dei Dc, di essere un cattolico non di sinistra", dichiara in una nota Gianfranco Rotondi. Al ministro per l'Attuazione del Programma di Governo replica Leoluca Orlando, portavoce dell'Italia dei valori. "Definire cattolico il presidente del Consiglio è un atto di coraggio oltre che un insulto ai veri valori cattolici espressi dalla Chiesa. Berlusconi 'frequenta minorenni', per usare le parole della ex moglie, Veronica Lario". "Famiglia Cristiana sceglie di entrare nell'agone polemico e si prende le risposte dovute - ribatte lo stesso Rotondi - Sono lieto che si faccia difendere da Leoluca Orlando e dai comunisti perchè si capisce bene quale sia diventato il suo pubblico", afferma il ministro. BINDI: NON TUTTI SULLO STESSO PIANO - La presidente del Pd Rosy Bindi condivide il duro articolo del settimanale, anche se con i dovuti distinguo. "Non possiamo che condividere il giudizio severo sulla classe dirigente, che continua a macchiarsi di comportamenti non esemplari. Farei però molta fatica a mettere tutti sullo stesso piano", ha detto la Bindi. "Si devono chiamare per nome le persone e individuare le circostanze. Tutti noi dobbiamo fare di più perché il comportamento di alcuni non si trasformi in delegittimazione della classe politica e delle istituzioni". "Famiglia Cristiana ormai è portavoce del disfattismo nazionale. Critica sempre e non propone nulla", dichiara invece Francesco Giro, sottosegretario ai Beni culturali.