Ex casa di An, Fini: "Nulla da temere"
{{IMG_SX}}"Un'inchiesta della Magistratura accerterà se sulla vicenda della casa a Montecarlo sono state commesse irregolarità o violazioni di legge. È la ragione per cui mi sono fino ad oggi limitato ad affermare 'Ben vengano le indagin. A differenza di altri non ho l'abitudine di strillare contro i magistrati comunisti". Lo afferma Gianfranco Fini, presidente della Camera, in una nota nella quale ricostruisce la vicenda della casa di An a Montecarlo. L'EX CASA DI AN "L'appartamento di Montecarlo (peraltro di modeste dimensioni) fu valutato, quando venne in possesso di AN, circa quattrocentocinquanta milioni di lire e per tale valore fu regolarmente iscritto a bilancio. La stima fu fatta dalla società che amministra il condominio ed è stata spontaneamente esibita agli inquirenti insieme con gli altri documenti richiesti", ricostruisce il presidente della Camera in una lunga nota. "Chi ebbe modo di visitare l'appartamento, l'on. Lamorte e la sig.ra Marino, mia segretaria particolare, riferirono che esso era in condizioni fatiscenti, inabitabile senza cospicue spese di ristrutturazione". "Non corrisponde al vero che siano state avanzate a me o, per quel che mi risulta, all'amministratore Sen Pontone o ad altri proposte formali di acquisto. Nel 2008 il sig. Giancarlo Tulliani mi disse che, in base alle sue relazioni e conoscenze del settore immobiliare a Montecarlo, una società era interessata ad acquistare l'appartamento, notoriamente abbandonato da anni", prosegue Fini. "Verificato dagli Uffici di AN che l'offerta di acquisto era superiore al valore stimato (trecentomila euro a fronte di quattrocentocinquanta milioni di lire) e in ragione del fatto che il bene rappresentava unicamente un onere per AN (spese di condominio ed altro), autorizzai il sen. Pontone alla vendita come accaduto altre volte in casi analoghi". "Solo per restare nell'ambito dell'eredità Colleoni, alcuni terreni a Monterotondo, un appartamento ad Ostia ed uno in viale Somalia a Roma furono venduti in tempi diversi con le medesime modalità. In nessuna occasione - ricorda il presidente della Camera - a partire dalle assemblee nazionali convocate secondo statuto per l'approvazione dei bilanci, alcun dirigente di AN contestò o sollevò perplessità sulle avvenute vendite essendo evidente che la 'giusta battaglia' cui faceva riferimento il testamento consisteva nel rafforzamento del partito anche attraverso nuovi introiti finanziari e non certo attraverso l'utilizzo di terreni o appartamenti (specie se all'estero) non necessari all'attività politica". "La vendita dell'appartamento è avvenuta il 15 ottobre 2008 dinanzi al notaio Aureglia Caruso e sulla natura giudica della società acquirente e sui successivi trasferimenti non so assolutamente nulla. Qualche tempo dopo la vendita ho appreso da Elisabetta Tulliani che il fratello Giancarlo aveva in locazione l'appartamento. La mia sorpresa ed il mio disappunto possono essere facilmente intuite. Questo è tutto", conclude Fini.