Cav quarto Paperone in Borsa
Silvio Berlusconi avrà sicuramente qualche grana in più a livello politico, ma dal punto di vista economico le cose continuano ad andargli bene. Nella classifica dei più grandi portafogli azionari a Piazza Affari, elaborata tradizionalmente da Milano Finanza, il Cavaliere è saldamente ancorato al quarto posto con un controvalore di 3,48 miliardi di euro. Le partecipazioni (Aedes, Mediaset, Mediobanca, Mediolanum, Molmed, Mondadori) che fanno capo al presidente del Consiglio hanno registrato solo una una limatura del valore, pari a un meno 0,84%, dai precedenti 3,5 miliardi. Una sciocchezza insomma di questi tempi. Il premier continua però a essere sopravanzato e staccato dai veri Paperoni di Piazza Affari. Ancora una volta i più ricchi sono infatti i fratelli Rocca. Paolo e Gianfelice titolari della Tenaris, che produce tubi per le esplorazioni petrolifere, hanno un pacchetto azionario che vale circa 11,2 miliardi di euro. Una ricchezza enorme e quasi solitaria se si considera che al secondo posto figura il patron della Luxottica Leonardo Del Vecchio con soli, si fa per dire, 7,8 miliardi di euro. Sul podio ci sono anche i i fratelli Benetton terzi, con un portafoglio più variegato (Atlantia, Autogrill, Gemina, Mediobanca, Pirelli e Rcs tra gli altri) che allo scorso 2 agosto valeva 6,4 miliardi di euro. La grande novità della classifica è però rappresentata dall'irruzione ai piani alti della finanza araba. Così al quinto posto, con 2,9 miliardi di euro, si piazza Muammar Gheddafi, cui vengono attribuiti i diversi investimenti libici in Italia. Il Colonnello di Tripoli è riuscito a salire dal settimo al quinto posto grazie al blitz estivo su Unicredit. In grande avanzata anche un altro rappresentante della finanza mediorientale. Bin Zayed, sceicco di Abu Dhabi e titolare del fondo di investimento Aabar, con il suo pacchetto di azioni nella Borsa italiana, valutato 2,4 miliardi di euro, è entrato in classifica al settimo posto. Un risultato conseguito grazie all'acquisto in Atlantia e ancora una volta all'incremento della quota in Unicredit. Lo sceicco è preceduto al sesto posto da Roman Zaleski (2,6 miliardi di euro). Chiudono la classifica dei primi dieci - rispettivamente all'ottavo, nono e decimo posto - le famiglie Boroli-Drago (2,3 miliardi di euro), Francesco Gaetano Caltagirone (1,7 miliardi) e le famiglie Agnelli-Nasi, con partecipazioni pari a 1,4 miliardi di euro. Per trovare altre novità bisogna scendere ancora più in basso nella classifica. In particolare al venticinquesimo posto compare un nome salito agli onori della cronaca italiana solo da qualche tempo. Si chiama Peter Kellner, uomo d'affari ceco, che la scorsa primavera ha deciso di comprare un 2% delle Assicurazioni Generali, dopo essere stato per tre anni nel consiglio di amministrazione. Un alto grande balzo in avanti è stato quello di Romano Minozzi, azionista principale di Granitifiandre, e socio di Mediobanca, che nel corso del primo semestre del 2010 è diventato, con una quota del 4,18%, il terzo azionista del gruppo Terna dietro al Pictet Fund e al tandem ministero dell'Economia-Cassa Depositi e Prestiti che ha in mano il 35% della società guidata dall'ad Flavio Cattaneo. Quanto alla finanza romana oltre a Caltagirone sono da segnalare la famiglia Astaldi con un pacchetto relativo all'azienda di famiglia che vale 240 milioni di euro. Pierluigi Toti con azioni per 140,6 milioni di euro. Gianpietro Nattino di Banca Finnat con 137 milioni di euro e al posto 186 Claudio Lotito con 14,3 milioni della Ss Lazio.