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La Procura di Roma indaga sulla casa ex An a Montecarlo

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Gianfranco Fini con la compagna Elisabetta Tulliani

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Gli inquirenti di Piazzale Clodio hanno aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di truffa aggravata per la cessione da parte di Alleanza Nazionale di un appartamento a Montecarlo. Si tratta di "un atto dovuto - si sottolinea a Piazzale Clodio - in quanto il fascicolo è stato aperto sulla base di un esposto presentato nei giorni scorsi ai carabinieri da due esponenti de La Destra", il consigliere regionale Roberto Buonasorte e il consigliere comunale di Monterotondo, Marco Di Andrea. Le indagini sono affidate al procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, che ha delegato alla guardia di finanza l'acquisizione dei documenti relativi al passaggio di proprietà dell'immobile e ai soggetti a vario titolo coinvolti. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha già smentito gli articoli di stampa secondo i quali l'appartamento sarebbe riconducibile a lui. A proposito delle illazioni che ci sono state sulla proprietà di quell'appartamento Fini ha già annunciato di aver presentato alcune denunce per diffamazione. LA DENUNCIA La denuncia volta a fare chiarezza sulla compravendita della casa di Montecarlo affittata a Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini, è stata presentata il 27 luglio ai carabinieri di Monterotondo  e da questi girata alla Procura di Roma da Roberto Buonasorte e Marco Di Andrea della Destra nel Lazio. Lo scrive Panorama, nel numero in edicola da domani. Nell'atto, in possesso del settimanale - si legge in un'anticipazione - i due esponenti politici ricostruiscono, parlando di Gianfranco Fini e dei due tesorieri di An Donato La Morte e Angelo Pontone, l'intricata vicenda dell'immobile di Boulevard Charlotte 14 lasciato in eredità ad Alleanza nazionale e al suo leader "come contributo per la buona battaglia" dalla nobildonna fascista Anna Maria Colleoni, deceduta nel 1999. Nella denuncia, contro ignoti, si ipotizza il reato di truffa aggravata nei confronti dei destinatari dell'eredità ("per avere con artifizi indotto in errore tutti gli attuali partiti e movimenti politici aventi causa dal disciolto partito di An"). La Procura capitolina sta valutando se procedere all'iscrizione di qualcuno a "modello 21", cioè nel registro degli indagati. Nel caso in cui Fini venisse coinvolto, il suo percorso giudiziario seguirebbe la via ordinaria, senza scudi processuali, anche perché i presunti reati sarebbero stati commessi non certo nel suo ruolo di terza carica dello Stato. FINI "Ben vengano le indagini su tutto ciò che concerne il patrimonio di An, anche se la denuncia proviene da avversari politici". È quanto dichiara il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in merito all'inchiesta sul patrimonio di Alleanza Nazionale e la casa a Montecarlo. LA TESI DELLA VINCITA AL SUPERENALOTTO L'intenzione della Procura è quella di acquisire tutta la documentazione relativa alla vendita dell'immobile. L'appartamento risulta ora in uso al fratello della compagna di Gianfranco Fini, Elisabetta Tulliani, Intanto Gaucci, ex fidanzato della Tulliani, conferma la vincita al Superenalotto, ma afferma di essere stato lui a cedere la metà a Lady Fini. "Elisabetta Tulliani non aveva nè proprietà nè redditi, le ho dato tutto, sia a lei che  alla famiglia". Così l'ex patron del Peugia, dà su Panorama la sua versione dei fatti sulla guerra  di beni in corso con la ex fidanzata dopo che i legali di lui hanno presentato una citazione al tribunale civile di Roma. Gaucci torna sulla vicenda della vincita  al Superenalotto che, secondo la Tulliani, le avrebbe permesso di acquistare alcuni immobili, sostenendo però che "la schedina l'ho compilata e l'ho giocata io, ho vinto 2 miliardi e 400 milioni di lire e siccome sono generoso ed ero perso d'amore le ho regalato la metà". E ancora: "Elisabetta dice che è stata lei a vincere e a darmi la metà, come  se all'epoca io avessi avuto bisogno dei suoi soldi...". A Panorama, da domani in edicola, Gaucci spiega di aver lasciato alla sua fidanzata i propri beni dopo il crac del Perugia Calcio. "Era meglio lasciarli in mani sicure, sarebbe stato apprezzato se dopo fossero tornati indietro. E aggiungo che sono arrabbiato con la signora. Se lei avesse detto: ok, le case ti appartengono e te le restituisco perché è giusto così, io le avrei fatto tenere i quadri, le macchine e i gioielli. Anzi, i gioielli glieli lascio comunque perche' sono un frutto d'amore, porta sfortuna farseli restituire...". Gaucci insiste nella sua versione dei fatti: "Ma come? Ho aiutato lei, il fratello, la madre e il padre, gli ho intestato questo mondo e quell'altro... ". Fa l'elenco degli immobili: "L'attico di via Sardegna, poi il terreno nel reatino, quello con immobili a Capranica Prenestina, la casa dove vive con Fini, le auto per tutta la famiglia, i quadri. Mamma mia, non mi ci fate pensare". Non risparmia neanche Giancarlo Tulliani, il fratello di Elisabetta, che ora vive in affitto a Montecarlo nella casa ereditata da An e poi venduta in circostanze da chiarire a società offshore: "L'ho nominato presidente della Viterbese e oggi mi piacerebbe andare a rivedere i bilanci di allora, le compravendite dei giocatori. Era un furbetto, ma io non ero un cretino". Il patron racconta ancora di non avere nessun dissidio con Fini e di avere sempre rispettato la scelta sentimentale della sua ex. "Anche se - conclude  - prima si è riempita  la pancia e poi si è alzata da tavola".  

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