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La Loggia: "Sì alla riforma ma senza penalizzare il Sud"

Enrico La Loggia

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Il presidente della commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo, il deputato del Pdl, Enrico La Loggia, non aveva dubbi: «Era logico che il il consiglio dei ministri varasse il testo. È scritto nel programma di governo che il federalismo deve trovare compimento e oggi (ieri, ndr) non si è fatto altro che aggiungere un ulteriore tassello». E così ora la palla passa alla commissione che, già a settembre, dovrà analizzare non solo gli ultimi tre decreti attuativi già varati dal governo (solo quello demaniale e sul patrimonio ha già avuto parere favorevole della commisione), ma anche la relazione del ministro Tremonti presentata al parlamento il 30 giugno scorso. Presidente non teme che il momento di confusione politica all'interno della maggioranza possa avere ripercussioni anche nella commisione? «Fino ad oggi non abbiamo avuto grossi problemi e si è lavorato molto bene assieme. Tutti noi abbiamo a cuore che il federalismo nasca e si realizzi basandolo su due pilastri: quello della responsabilità e quello della solidarietà. Se porteremo avanti questi due obiettivi tenendo ben presente delle diverse realtà territoriali del nostro Paese non penalizzando chi ha più bisogno, andremo d'accordo». Sembra proprio la linea dei finiani che dicono: «Sì al federalismo a patto che non penalizzi il Sud». «Siamo su questa posizione ma non perché è dei finiani, ma perché è quella del governo e anche la Lega condivide questo pensiero». Crede che la Lega sia disposta a rivedere alcune parti del federalismo così come chiedono i finiani? «Fino ad ora non ho visto grandi cose da correggere, forse solo qualche aggiustamento. Ovvio che i decreti più delicati li affronteremo dopo le vacanze ma è ovvio che li tratteremo secondo le direttive che derivano dal programma, e questo non è che lo dicono i finiani, lo diciamo tutti, anche i leghisti». Non teme che Baldassarri, capogruppo dei finiani al Senato e commissario della bicamerale, potrebbe crearle qualche problema. Ad oggi la maggioranza conta 16 parlamentari contro i 14 dell'opposizione. Se il senatore votasse con la sinistra ci sarebbe una situazione di equilibrio che bloccherebbe i lavori? «Questo scenario non si verificherà, ne sono sicurissimo. Conosco Baldassarri, è una persona competente e molto equilibrata. Logicamente ascolteremo le sue proposte ma non credo che si metterà di traverso a decisioni prese di comune accordo tra Lega e Pdl. Poi sia Fini che i suoi hanno dichiarato fedeltà al governo». Lei è sicuro che Fini rimarrà fedele? «Le dico solo che non credo alla nascita del terzo polo».

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