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Gara di scaricabarile a destra L'appartamento è di nessuno

Franco Pontone

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Chi conosce Franco Pontone sa che questo gentiluomo napoletano d'altri tempi usa dire: «L'unico patrimonio che lascerò a mia figlia è il mio onore». Il senatore e tesoriere di An è un uomo tutto d'un pezzo. Non ha mai avuto auto blu. Ogni settimana va e viene da Napoli ancora in treno e se lo chiami in ufficio a una certa ora, dove resta da solo, risponde direttamente lui, senza filtri. Nel partito di lui si è sempre detto che se lo si rivolta non gli si trova un centesimo e spesso è stato sfottuto per il fatto che prima di autorizzare un pagamento potevano passare le settimane visto che dovevano essere verificate fatture quant'altro fino all'ultima virgola. In questi giorni si è trincerato in un silenzio. Si limita a dare spiegazioni di comodo. Non dorme più le notti per questa storia della casa di Montecarlo al solo pensiero che qualcuno sospetti abbia potuto fare qualcosa di poco chiaro. Qualche giorno fa, alla stazione di Roma, un vecchio militante lo ha riconosciuto e gli ha detto: «Senatò, come è dimagrito...». La verità è che Pontone sta sperimentando sulla sua pelle un nuovo modus agendi (e forse anche modus vivendi) che era stato fin qui avulso al contesto della destra: lo scaricabarile. Di questo appartamento dove vive il «cognato» di Fini nessuno sa nulla. Donato Lamorte qualche giorno fa ha detto: «È stato venduto a 67mila euro? Solo? Troppo poco. Così sarebbe uno scandalo. Ma non me ne intendo di queste cose: quando Almirante mi diceva firma, io firmavo. Chiederò a Pontone, che era il tesoriere quando fu venduta. I poteri li aveva avuti lui». E anche Gianfranco Fini ha evitato qualunque commento in pubblico. Soprattutto non ha mai difeso il suo uomo con una nota, un piccolo commento, una frasetta. Per molto meno per esempio Silvio Berlusconi è sceso in campo con le corazzate per suoi uomini accusati addirittura di reati. Fini (e questo non è da lui) non ha fin qui speso una sillaba pubblica per evitare che si possa gettare fango sull'ottantenne Pontone, sulla cui onestà nessuno nel partito ha mai sollevato perplessità. Fini ha detto, attraverso il suo portavoce, che sono tutte falsità e che adirà alle vie legali. Enzo Raisi, che pure è nel comitato di indirizzo di An, ha aggiunto al Tempo: «Quello era un appartamento di poco valore in brutte condizioni. Aveva un costo solo per mantenerlo. È stato detto a tutti i big di An se qualcuno voleva rilevarlo. Qualcuno è andato anche a vederlo e poi ha rifiutato perché non conveniente. Dopo è stato venduto a una finanziaria e poi fittato a un soggetto terzo. Fini in questa vicenda non c'entra nulla». Non è lo scaricabarile ma è chiamare in causa gli altri. Si dice che a Montecarlo andarono a visitare la casa sia Altero Matteoli che Peppino Valentino. Alla fine Pontone pagherà per tutti. Come il dc Citaristi. Anche questo è il nuovo corso della destra.

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