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Tra i finiani ora è battaglia su dove sedersi

Parlamento

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Il problema ora è di sedere. O meglio, dove sedere. Sì, esatto. Anzi, ad essere ancora più precisi la questione adesso è dove esattamente poggiare le natiche. In quale banco, in quale posto. Dove si siederenno i deputati di Futuro e Libertà? Già, perché al loro interno è subito divampato un acceso dibattito. Roberto Menia, quello che aveva fondato Area nazionale (acronimo «An») e si era battuto sin dall'inizio contro la fondazione immediata del partito unico preferendo una fase intermedia con An e Forza Italia federati, vuole andarsi a sedere alla destra del Pdl, assumendo dunque la posizione più a destra dello schieramento. E con lui c'è anche Silvano Moffa. Italo Bocchino, assieme a Fabio Granata e Carmelo Briguglio, al contrario vorrebbe che i deputati finiani conquistassero un luogo centrale dell'emiciclo. E vorrebbe che il gruppo Fli andasse a occupare i posti ai margini del centrodestra in pratica oltre la Lega, in mezzo a Udc e Italia dei Valori. A prevalere, nelle ultime ore, è il lodo Buonfiglio. Di che cosa si tratta? Della soluzione di mediazione proposta dal sottosegretario all'Agricoltura: prendere i banchi tra Lega e Udc.  In questo modo si rinsalderebbe l'asse con Pier Ferdinando Casini e soprattutto i finiani si porrebbero come contraltare non tanto del Pdl quanto di Bossi. Dei 33 deputati deputati Fli, ben 23 sono infatti del centrosud e dunque la nuova formazione politica è a vocazione sudista. La posizione nell'Aula va di pari passo anche con la scelta del capogruppo. Ormai l'elezione di Italo Bocchino sembra sempre più probabile anche perché la maggioranza del gruppo è di Generazione Italia. E questo dimostra anche che quanto spiegato a Berlusconi non è corretto. Il premier è convinto che una ventina di finiani sia con lui e con il governo mentre appena sette-otto sono «irriducibili»: il rapporto è esattamente inverso e la scelta dei banchi da occupare (anche se l'ultima parola, guarda caso, spetta al presidente della Camera che è anche il leader della formazione) ne è la dimostrazione. Certo, fa un po' specie questa disquisizione logistica. E non è nemmeno una inutile diatriba formale. Perché in politica la forma è sostanza e dunque anche uno scranno (dove si trova, quale sono i "vicini") ha indubbiamente la sua importanza. Parla. Spiega. Illustra una linea politica. E infatti i finiani non vogliono andarsi a sedere troppo in là anche per mantenere un rapporto, una continuità con il Pdl. Nel frattempo sono diversi i deputati che hanno fatto sapere di essere interessati al nuovo gruppo, che finora ha accettato solo ex parlamentari di An. A settembre le porte si spalancheranno anche ad ex Forza Italia e la candidata numero uno è la tesoriera del gruppo Pdl, Chiara Moroni, sempre più spesso in compagnia di Bocchino. D'altro canto, soprattutto sui temi etici, la figlia di Sergio Moroni, il socialista milanese suicida per Mani pulite, ha espresso sempre posizioni in linea con quelle di Fini. E al rientro dalle vacanze ci sarà anche un allargamento territoriale. Da Generazione Italia giurano: solo nel Lazio stanno per arrivare due consiglieri regionali e tre comunali a Roma. Assolutamente top secret i nomi.

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