Processo breve in aula a settembre Le opposizioni insorgono
Il Pdl accelera sull'esame del ddl sul processo breve in commissione Giustizia alla Camera chiedendo che venga esaminato a settembre e che vengano fissati i termini per gli emendamenti. La richiesta è stata formalizzata oggi dal capogruppo Enrico Costa durante un ufficio di presidenza della commissione. Il Pd si è opposto denunciando la gravità di un segnale che "potrebbe essere utilizzato per inserire altri strappi al sistema" dopo il rinvio del ddl intercettazioni. La capogruppo del Pd in commissione Giustizia, Donatella Ferranti, spiega che "l'accelerazione da parte del Pdl sul processo breve sembra legata all'imminente pronuncia della Consulta sulla costituzionalità del legittimo impedimento" e dunque la maggioranza vuole avere "un provvedimento pronto per fermare i processi in corso a carico del premier. Una manifestazione ulteriore di arroganza e di strumentalizzazione delle posizioni del governo per fini personali". IDV: SENZA PUDORE - Contrari anche i deputati dell'Idv. Federico Palomba, capogruppo dei dipietristi in Commissione Giustizia alla Camera ha detto:" Con sprezzo del ridicolo e senza alcun pudore, il Pdl pretende di riesumare il ddl sul processo breve, che per quanto ci riguarda è morto e sepolto. Per questo, oggi mi sono opposto con fermezza a quest'idea scellerata che consideriamo una sciagura nel merito e un tradimento degli impegni assunti nel metodo". "È evidente - continua il deputato idv - che il premier teme che lo scudo del legittimo impedimento, sul quale L'Italia dei valori ha depositato un referendum, non gli sia sufficiente e così, nella sua follia distruttiva dei principi dell'ordinamento, non esita neanche un istante a distruggere la giustizia ed il processo", aggiunge Palomba. "Noi ribadiamo la nostra più totale contrarietà a questa riesumazione sciagurata, che altro non è che l'ennesima legge ad personam che demolisce la giustizia e la sicurezza nel Paese", conclude.