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Via libera definitivo alla Manovra

La Camera dei Deputati

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Dopo un iter parlamentare di circa 2 mesi la manovra economica taglia il traguardo. La Camera ha approvato in via definitiva il decreto di correzione dei conti italiani con 321 voti a favore, 270 contrari e 4 astenuti, confermando il testo del Senato, l'unico ramo del Parlamento che ha apportato modifiche al provvedimento. Correzioni che, secondo il governo, hanno migliorato il decreto non alterandone i saldi. Il disco verde al testo è arrivato con doppia fiducia, prima a palazzo Madama, poi Montecitorio dove il provvedimento è arrivato blindato. Dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, attesa già per domani, la manovra sarà quindi legge dello Stato. UNA LEGGE CONTESTATA - La manovra da 24,9 miliardi è stata approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 25 maggio per rispettare gli impegni chiesti da Bruxelles sul deficit (ridurlo dal 5% del Pil del 2010 al 3,9% nel 2011 e al 2,7% nel 2012) e mettere al riparo l'Italia da ulteriori turbolenze finanziarie. Una manovra pesante, riconosciuta da tutti come necessaria, ma contestatissima fin dalla sua approvazione. In trincea, in primis, i governatori sul piede di guerra contro i "pesanti" tagli alle Regioni. A contestarla anche molte altre categorie: dalle Province e i Comuni, ai disabili, i farmacisti, gli ambientalisti, i magistrati fino ai diplomatici e i rappresentanti del mondo della cultura. NODI IRRISOLTI - Molti, tuttavia, sono i nodi che la manovra lascia irrisolti, a partire dalle riduzioni ai trasferimenti per le Regioni, le quote-latte sulla cui proroga del pagamento delle multe pende la possibile apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea e la stretta sui diplomatici, la cultura e la sicurezza. Tutte 'grane' per il governo che si riproporranno fra qualche mese, in autunno, quando l'esecutivo dovrà varare la sua prima legge di stabilità, la ex Finanziaria. LE NOVITA' - Molte invece le novità che saranno a brevissimo legge dello Stato. E' in arrivo il blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici, la riforma delle pensioni e i tagli per Regioni, Province e Comuni. E ancora, la riduzione delle retribuzioni dei manager, la stretta sull'evasione fiscale e le assicurazioni, i tagli ai ministeri e ai costi della politica. Entrano anche le norme per la libertà d'impresa, i rincari dei pedaggi autostradali e la sanatoria per oltre 2 milioni di 'case-fantasma'. Intanto, oggi dopo la Camera, anche palazzo Madama ha approvato il taglio di 1.000 euro agli stipendi dei senatori, così come indicato in manovra. Per il Senato arrivano complessivamente risparmi per 35 milioni di euro.  

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