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La Russa sull'attentato di Herat "Gigli si è sacrificato per gli altri"

Il ministro della Difesa Ignazio La Russa

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Il bilancio dell'esplosione di ieri a Herat, in cui hanno perso la vita due militari italiani, poteva essere ancora più grave se il maresciallo Mauro Gigli, poi deceduto, non avesse avuto la prontezza di allontanare gli altri militari presenti sul luogo della deflagrazione. Lo ha riferito il ministro della Difesa Ignazio La Russa nel corso dell'informativa del governo sull'attentato di ieri ad Herat in cui sono morti due genieri del contingente italiano."In base alle prime informazioni raccolte, che sono comunque da confermare con ulteriori indagini", sembrerebbe che "il primo maresciallo Mauro Gigli, capo team di bonifica, dopo il primo intervento, resosi conto del pericolo di una nuova imminente esplosione, con sprezzo della propria vita abbia prontamente fatto allontanare gli altri militari presenti nell'area alzando le braccia" e rimanendo sul posto per intervenire insieme all'altro specialista, caporal maggiore capo Pier Davide De Cillis, ha detto La Russa al Senato. Secondo la prima ricostruzione, "sembra che con il suo corpo sia riuscito a evitare conseguenze più gravi per il capitano rimasto ferito", ha aggiunto il ministro. Il capitano Federica Luciani, effettiva al Secondo Reggimento Genio pontieri di Piacenza, rimasta ferita ieri intende "rimanere in zona d'operazioni", ha poi spiegato il ministro della Difesa. Il capitano, appartenente al nucleo per la raccolta informazioni, ha accusato "un forte shock emotivo e lievi escoriazioni ad un braccio". "Sottoposta a Tac, fortunatamente con esito negativo, le sue condizioni non destano preoccupazioni", ha sottolineato La Russa, aggiungendo che "il capitano ha subito manifestato la volontà di non essere trasferita in Italia ma di rimanere in zona d'operazioni". CONTINUA L'IMPEGNO NEL PAESE - Quello in Afghanistan è "un impegno che il governo conferma pienamente nella consapevolezza della sua valenza per la stabilizzazione" del paese, ha detto Ignazio La Russa. "Ce lo chiede la nostra coscienza di italiani", ha affermato il titolare di Palazzo Baracchini. "Resta fermo l'obiettivo di operare affinchè la missione di controllo del territorio possa passare, a partire dal 2013, sotto la responsabilità delle forze afghane in modo da disimpegnare i nostri militari", ha aggiunto il ministro della Difesa. Nell'ambito delle misure tese al miglioramento della protezione e della sicurezza del personale, "è stata recentemente completata nella prima metà di questo mese l'immissione nel teatro afgano dei primi 17 esemplari del Veicolo Blindato Medio (VBM) "Freccia". "Il loro impiego - ha detto La Russa -  effettivo è previsto a partire dal mese di agosto dopo il necessario periodo di acclimatamento operativo".

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