"Fini è incompatibile con il Pdl"

L'ufficio di Presidenza considera le posizioni dell'onorevole Fini assolutamente incompatibili con i principi ispiratori del Popolo della Libertà, con gli impegni assunti con gli elettori e con l'attività politica del Popolo della Libertà". È quanto si legge nel documento finale dell'ufficio di presidenza del Pdl. Gianfranco Fini, intanto, è riunito con alcuni dei parlamentari a lui vicini, a Montecitorio. Nel documento finale votato dall'ufficio di presidenza del Pdl si sottolinea anche come sia venuto meno il ruolo di garanzia del presidente della Camera. Silvio Berlusconi ha letto il documento redatto insieme ai vertici del Pdl. Nel documento, secondo quanto si apprende, si ripete che "in questo modo non si poteva più continuare". "Abbiamo provato in tutti i modi a ricucire con Fini, ma non è stato possibile", ha spiegato, sempre secondo quanto si apprende, il Cavaliere. SOLO TRE I NO - Gli elettori del Pdl "non sono più disposti ad accettare" da parte di Gianfranco Fini "una forma di dissenso all'interno del partito che si manifesta nella forma di una vera e propria opposizione, con tanto di struttura organizzativa, tesseramento e iniziative, prefigurando già l'esistenza sul territorio e in Parlamento di un vero e proprio partito nel partito, pronto, addirittura, a dar vita a una nuova aggregazione politica alternativa al Popolo della libertà", si legge ancora in un passaggio del documento votato. A Votare no sono stati Andrea Ronchi, Adolfo Urso e Pasquale Viepsoli, i tre componenti dell'ufficio di presidenza vicini all'ex leader di An. "C'è una netta posizione dell'Ufficio di presidenza nei confronti di Gianfranco Fini. Il documento è dedicato proprio a lui, chiama in causa il presidente della Camera", ha detto Fabrizio Cicchitto presidente dei deputati del Pdl alla Camera parlando con i giornalisti in Transatlantico. PROCESSO AI FINIANI - Hanno partecipano all'incontro, tra gli altri, i componenti dell'organismo del partito, i ministri, i capigruppo, i presidenti di Regione, il sindaco della Capitale Gianni Alemanno. Per la componente finiana erano presenti Adolfo Urso, Paquale Viespoli e Andrea Ronchi. Secondo quanto si apprende l'assemblea avrebbe approvato anche il deferimento al collegio dei probiviri del partito il vicecapogruppo alla Camera Italo Bocchino, il vicepresidente della commissione Antimafia Fabio Granata e Carmelo Briguglio. I probiviri poi decideranno la sanzione disciplinare per i tre.    LA CENSURA POLITICA - Poco prima dell'uffico di Presidenza del Pdl sembra che il documento politico contro Gianfranco Fini e la sua area sia stato reso più duro della versione uscita dal precedente vertice pomeridiano a Palazzo Grazioli. Tornando, di fatto, alla versione precedente, quella di stamane. Riferiscono fonti di governo che sarebbe stato proprio Berlusconi a chiedere di citare esplicitamente Fini e la possibilità della rottura con il Presidente della Camera, mentre in precedenza altri dirigenti avevano "ammorbidito" il testo chiamando in causa soprattutto i finiani. Non è escluso che il testo sia cambiato ulteriormente nel corso della riunione. Anche da questo, spiegano le stesse fonti, dipenderà il seguito che Fini riuscirà a ottenere in caso di strappo con Berlusconi.