Fini e il Cav divisi ma niente elezioni

Berlusconi e Fini si lasceranno e andranno ciascuno per la prorpia strada, ma questo non comporterà necessariamente il ritorno alle urne. Almeno finché il federalismo, vero collante del governo, non diventerà realtà. Parole e pensiero di Umberto Bossi. Il leader del Carroccio risponde così indirettamente a Francesco Rutelli che in un'intervista al Riformista attacca: «Alla fine sarà la Lega a far cadere Berlusconi. La separazione tra Berlusconi e Fini è ormai agli atti, ma bisogna seguire attentamente le mosse di Bossi, che non riesce più a tenere i suoi. E le sfide interne tra Maroni e Calderoli, Zaia e Tosi sono la spia di quel malessere. L'unico modo che hanno di uscirne è rompere con Berlusconi e lanciare un'opa sui voti del Pdl al Nord». Ma v'è di più. Il leader di Alleanza per l'Italia, dalle colonne del quotidiano diretto da Antonio Polito, rincara la dose: «Il Carroccio è diventato il vero perno della maggioranza. Alla fine non avrà dall'attività di questo governo dividendi vantaggiosi da incassare e rivendersi presso l'elettorato». Tutte balle, per Umberto Bossi che giura fedeltà all'alleanza di governo. «Sono sicuro che non si va alle elezioni, voglio fare prima il federalismo - assicura il senatùr nel Transatlantico della Camera a margine del voto di fiducia sulla manovra - Il federalismo è la carta che garantisce che non si vada ad elezioni». Il leader del Carroccio aggiunge poi che oggi a mezzogiorno, presso il ministero da lui guidato, si «comincia a scrivere» una nuova pagina del federalismo, con i prossimi decreti attuativi del federalismo fiscale. Il testo passerà poi al vaglio del Consiglio dei ministri e quindi a quello del Parlamento, «la strada è ancora tanta...». Sul rapporto tra il premier e il presidente della Camera, Bossi non può far altro che constatare l'ormai insanabile rottura tra i due fondatori del Popolo della libertà: «Ognuno andrà per la sua strada... Se non si trovano, se non si incontrano ognuno andrà per la sua strada». Ma il divorzio non deve necessariamente significare elezioni anticipate o un governo tecnico «del Presidente» per varare la nuova legge elettorale e tornare al voto. «Non vuol dire che si vada ad elezioni. Anzi sono sicuro: non si andrà al voto», ribadisce il numero uno della Lega Nord: «Sono sicuro che non si va alle elezioni perché bisogna fare il federalismo e siccome deve andare in Consiglio dei Ministri e poi andare alle Camere e poi ancora in consiglio ci vuole tempo. Il federalismo è la carta che garantisce che non si vota». «Le Regioni sono senza soldi e mi ammazzano se non porto a casa il federalismo», chiosa Bossi. Insomma «se non si fa il federalismo, non si va a votare». Il leader del Carroccio dice poi la sua anche sul caso Verdini, la cui posizione all'interno del Popolo della libertà alla luce dell'inchiesta della magistratura sulla «P3» è diventato pretesto per l'ennesimo conflitto tra Berlusconi e Fini. Sulle ipotetiche dimissioni del coordinatore del Pdl Bossi preferisce glissare: «Non lo so».