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Elezioni anticipate, Bersani: siamo pronti ad ogni evenienza

Pier Luigi Bersani

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«Noi siamo pronti a ogni evenienza». Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha commentato con i giornalisti in Transatlantico le voci di un definitivo show down all'interno della maggioranza già oggi all'ufficio di presidenza del Pdl. Bersani ha insistito sui «limiti ineliminabili» del berlusconismo che sono alla base della crisi del centrodestra.   ELEZIONI ANTICIPATE - Dopo che Bersani ha spiegato la sua idea di una «fase di transizione» esposta ieri in Aula alla Camera, i cronisti gli hanno chiesto cosa ne pensasse di eventuali elezioni anticipate: «Le elezioni anticipate - ha replicato - non sono nè nelle nostre disponibilità nè nelle nostre intenzioni». «Io credo che la maggioranza - ha proseguito - debba decidere tra un pensiero nuovo, un galleggiamento o uno strappo. Noi siamo pronti ad ogni evenienza, ma sta alla responsabilità di chi governa prendere certe decisioni». GOVERNO DI TRANSIZIONE CON I FINIANI - I cronisti hanno quindi chiesto cosa ne pensasse di un governo di transizione che comprendesse anche i finiani: «Dipende dall'oggetto di cui si discute - ha risposto Bersani - se si parla di democrazia parlamentare da ristabilire, di legalità e di temi fondanti, noi non abbiamo pregiudiziali». I cronisti hanno sottolineato al segretario del Pd le parole di elogio nei suoi riguardi espresse dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha definito «efficace» il suo intervento alla Camera sulla manovra: «Ieri le mie parole sono apparse veritiere - ha osservato Bersani - perchè ho sottolineato come da mesi si parla di intercettazioni, che potevano essere risolti in 5 minuti se non ci fossero state seconde intenzioni e non si parla di lavoro. Questo è drammaticamente vero e lo capiscono anche i colleghi che siedono nei banchi della maggioranza». «Questo però - ha aggiunto - è il limite del berlusconismo, che è ineliminabile: al lui la sostanza agli altri la propaganda. I disoccupati, la gente normale, i cassintegrati devono accontentarsi di favole, sogni e propaganda; i problemi di cui ci dobbiamo occupare sono quelli suoi. Forse Fini intendeva dire questo: se è così io sono d'accordo».  

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