Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

P3, Dell'Utri non risponde ai pm Indagato il sottosegretario Caliendo

Esplora:
Il senatore del Pdl Marcello dell'Utri

  • a
  • a
  • a

"Dell'Utri si è avvalso della facoltà di non rispondere, una facoltà prevista dalla legge della quale si è voluto avvalere". Lo ha detto uno dei difensori di Marcello Dell'Utri, l'avvocato Pietro Federico, che ha assistito all'interrogatorio dell'ufficio del procuratore aggiunto di Roma, Giancarlo Capaldo. "Si è avvalso di questa facoltà - ha detto ancora l'avvocato Federico - perchè avendo avuto parecchi processi la considera ormai una regola fondamentale per la fase delle indagini preliminari. E' quindi il caso di dire che è un indagato provveduto". IL SENATORE NON RISPONDE AI GIUDICI -  "Sono un indagato provveduto - ha dichiarato il senatore Dell'Utri uscendo dall'ufficio del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo che lo aveva convocato per interrogarlo in merito all'indagine sulla cosiddetta P3. - Il consiglio che do a tutti coloro che dovessero trovarsi in un'analoga situazione è di non parlare perchè lo dice la legge. La legge infatti permette di avvalersi della facoltà di non rispondere. Quando sono stato a Palermo - ha infine ricordato Dell'Utri - 15 anni fa ho parlato con i magistrati per 17 ore e sono stato rinviato a giudizio sulla base delle mie dichiarazioni. Quindi posso dire di avere imparato qualcosa". INDAGATO IL SOTTOSEGRETARIO CALIENDO - Il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, è indagato dalla procura di Roma per violazione della legge Anselmi sulle società segrete. L'iscrizione è stata decisa dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal pm Rodolfo Sabelli, titolari dell'indagine sulla cosiddetta P3, che è già costata il carcere a Flavio Carboni, Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi e l'iscrizione sul registro  degli indagati del coordinatore del Pdl, Denis Verdini, e del senatore Marcello Dell'Utri. Il sottosegretario Giacomo Caliendo è coinvolto in diversi episodi su cui indaga la Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta P3. In particolare gli inquirenti contestano a Caliendo la partecipazione ad una cena il 23 settembre dello scorso anno a casa del coordinatore del Pdl Denis Verdini, in piazza dell'Ara Coeli a Roma. Alla cena parteciparono anche Flavio Carboni, Arcangelo Martino, Pasquale Lombardi, il senatore Marcello Dell'Utri, e i magistarti Antonio Martone e Arcibaldo Miller. Fine della cena, secondo gli inquirenti, come intervenire sul lodo Alfano, nominare Alfonso Marra a presidente della Corte d'Appello di Milano e come procedere per il ricorso presentato in Cassazione dall'ex sottosegretario Nicola Cosentino contro l'ordinanza d'arresto emesso dalla Procura  di Napoli. Tra le altre discussioni anche l'ispezione ministeriale, mai avvenuta, che doveva essere inviata contro il collegio della Corte d'Appello di Milano che aveva respinto il rcorso contro l'esclusione dalle regionali della lista del presidente Roberto Formigoni. "LODO ALFANO, MAI CONTATTATI I GIUDICI" - "Non ho mai contattato nè fatto elenchi di giudici della Corte costituzionale favorevoli o contrari al lodo Alfano". Appreso di essere stato iscritto nel registro degli indagati per violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete, il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, torna a dichiararsi estraneo alla cosiddetta Loggia P3 e al tentativo da parte di Pasquale Lombardi, assieme a Flavio Carboni e Arcangelo Martino, di condizionare la decisione dei giudici della Consulta sulla legittimità del lodo Alfano. Caliendo, come ha fatto più volte in passato quando ha indicato Lombardi come "millantatore", ripete che al pranzo a casa Denis Verdini, alla fine di settembre, lui rimase solo una mezz'ora e poi se ne andò per precedenti impegni in commissione Giustizia. "Solo successivamente - afferma - ho appreso che nel corso di quel pranzo si era parlato anche di questo (cioè del lodo, ndr). Tant'è che a tale proposito c'è la telefonata che Lombardi mi fece allegata all'ordinanza di custodia cautelare. Ma - ribadisce il sottosegretario alla Giustizia - io non ho mai parlato con giudici costituzionali del lodo nè fatto elenchi di chi era favorevole o contrario". Caliendo sarà ascoltato in Procura in qualità di indagato e verrà assistito dall'avvocato Paola Severino: "Ho dato mandato io all'avvocato stamani di andare in Procura per chiedere di essere ascoltato. Solo alle 16.17 l'avvocato Severino mi ha detto che risultavo iscritto nel registro degli indagati, senza però che le fosse detto l'ipotesi di reato. Poi, dopo neanche un'ora, la notizia è comparsa sulle agenzie".

Dai blog