Csm, Fini e Schifani: "Riunione a oltranza"
{{IMG_SX}} UN'ALTRA FUMATA NERA Ancora una fumata nera in parlamento, la quinta, per l'elezione degli otto membri laici del Consiglio superiore della magistratura. Questa volta però è stato raggiunto il numero legale dei votanti (tre quinti dell'assemblea), 572 su 681 parlamentari presenti al voto. Le schede bianche sono state 559 e 38 le nulle. Scheda bianca hanno votato tutti i partiti di centrodestra, il Pd e l'Udc. Tredici voti ciascuno hanno ottenuto, ha reso noto il preisdente di turno Rocco Buttiglione, Franco Cordero e Gustavo Zagrebelsky, candidati dall'Idv, così come Borea. Unidici voti a Giostra. Il parlamento è riconvocato in seduta comune domani alle ore 12.30. RIUNIONE A OLTRANZA Il Parlamento si riunirà in seduta comune a oltranza per eleggere gli otto membri laici del Csm. È il frutto della decisione concorde dei presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, annunciata oggi alla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Domani mattina ci sarà una seduta comune e, se necessario, un'altra è già convocata per giovedì. È possibile che siano fissate anche due votazioni al giorno, così da arrivare all'elezione entro il 31 luglio. L'elezione degli otto membri laici condizionerà anche la questione del voto finale sul ddl intercettazioni, che resta comunque calendarizzato in aula per la discussione generale il 29 luglio al termine del voto sulla manovra finanziaria. Sempre nel calendario di luglio è previsto poi l'arrivo in aula a Montecitorio di due decreti in scadenza ai primi di settembre. La capigruppo ha previsto che sabato 31 luglio l'aula della Camera resterà aperta con votazioni mattina, pomeriggio e anche in notturna. Ma difficilmente i decreti (sulla privatizzazione di Tirrenia e sull'energia) avranno il via libera entro il 31 luglio. IL NODO SUI TEMPI DI VOTO A decidere del calendario di agosto - e quindi anche sull'eventuale voto finale sul ddl intercettazioni - sarà una nuova conferenza dei capigruppo, fissata per giovedì. Il Pdl resta fermo sulla volontà di approvare il provvedimento prima della pausa estiva: «noi sosterremo che il voto si concluda entro la prossima settimana», dice il capogruppo Fabrizio Cicchitto. «Questa settimana - osserva Cicchitto - inizia la discussione generale; può darsi che ci siano le votazioni sulle pregiudiziali e noi sosterremo che la votazione va completata la prossima settimana, visto che il Parlamento se ne sta occupando da qualche anno». Di tutt'altro avviso Dario Franceschini: «il nodo politico sulle intercettazioni - dice il capogruppo Pd - verrà discusso nella capigruppo di giovedì. Ci sono due decreti legge in scadenza e quindi mi pare evidente che secondo la prassi si potrebbero fare prima i decreti e poi le intercettazioni. Spero che non si subisca il diktat di Berlusconi - ha concluso Franceschini che vuole fare prima le intercettazioni e poi i decreti». Intanto se rischiassero di allungarsi i tempi sulla manovra - su cui domani alle 17 è previsto il voto di fiducia - a causa dei numerosissimi ordini del giorno, il presidente della Camera ha fatto sapere che alle 13 del 29 luglio ricorrerà alla cosiddetta "tagliola".