Napolitano: abbattere il debito
Abbattere il debito è un imperativo cui nessuno si deve sottarre, per ovviare ad "una fragilità che potrebbe costarci cara". È "nostro fondamentale interesse nazionale". Lo ha detto Giorgio Napolitano, parlando alla settima assemblea degli ambasciatori. "Confido che in questi riferimenti possano riconoscersi tutte le forze politiche impegnate, pur con posizioni distinte, a procedere nel duplice difficile cammino del riordino della finanza pubblica e della riforma degli assetti istituzionali e delle strutture dello Stato", ha aggiunto il Capo dello Stato. Il quale ha auspicato che venga data la priorità, anche in termini di risorse, a politiche pubbliche di medio e lungo periodo per garantire sul futuro del Paese; e sulla necessità di salvaguardare, rinnovare ma non mortificare, funzioni e strutture portanti dello stato nazionale". Il rigore necessario per abbattere il debito pubblico "comporterà inevitabili sacrifici diffusi" ma "non può vedere penalizzati in modo indifferenziato tutti i comparti, tutte le voci di spesa dello Stato". Per questo, spiega ancora il capo dello Stato, occorre non "mortificare" la politica estera e la diplomazia. FRATTINI: RASSICURAZIONI DAL PREMIER - A tal proposito il ministro egli Esteri Franco Frattini ha sottolineato nel suo intervento: "La Farnesina deve certamente dare e darà un contributo al risanamento dei conti pubblici ma non può essere privata di risorse indispensabili a consolidare l'Italia nel mondo". In questo senso il titolare degli Esteri ha spiegato di comprendere appieno la preoccupazione dei diplomatici che "avverte una consolidata tendenza, che non è di oggi nè di ieri, alla riduzione di bilancio, tendenza che si è consolidata e trasmessa in diversi anni" con governi sia di destra che di sinistra. Per il ministro la manovra "presenta elementi di criticità", ma ha spiegato comunque di aver ricevuto "il sostegno e l'interesse del premier Silvio Berlusconi per attenuare gli effetti penalizzanti della manovra sugli Esteri". Un interesse che è "motivo di fiducia e sostegno" ha proseguito. Sulla vicenda "ho preso una posizione netta. Mi sono mosso perchè il sostegno alla Farnesina non sia incompatibile con la riduzione del deficit e la politica di risparmi necessari a difesa della moneta unica", ha detto il capo della diplomazia italia. Per evitare interventi che "se realizzati, come originariamente concepito, sarebbero stati pregiudiziali per il funzionamento del ministero" ha concluso.