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Gianni e Renata, il nuovo Pdl è qui

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Gianni Alemanno e Renata Polverini

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Diciamo la verità. Gianni Alemanno potrebbe tranquillamente rimanersene al fresco del Campidoglio e dettare la linea da sindaco di Roma, che già di per sé vale più di un ministero. E invece lavora, si confronta, discute e si impegna anima e corpo nel partito, presente e futuro. In soli due giorni ha portato sul palco del Palazzo del Capitano del Popolo (chissà se il nome è solo coincidenza) di Orvieto, ministri, parlamentari, i capigruppo di Camera e Senato, tutti insieme a parlare di politica di governo e di partito. Tutti a parlare in «casa Alemanno». La petizione lanciata ieri dal sindaco capitolino per l'indizione dei congressi comunali e provinciali del Pdl nella primavera (che ha trovato ampio consenso), non è che l'emblema di un movimento nuovo e forse ancora sconosciuto, o meglio, sottovalutato. È la nuova classe dirigente romana, che inizia a dettare la linea, a mediare, proporre e anche a dire qualche no. Vale a dire incidere insomma sulla vita politica del centrodestra. È questa la vera, grande sfida di Gianni Alemanno e di Renata Polverini che insieme stanno facendo emergere quello che lo stesso senatore Andrea Augello, finiano doc, definisce «il motore del Pdl». E il motore del centrodestra si è acceso proprio a Roma grazie a una classe dirigente per la prima volta alla prova di governo. Non è un caso che proprio Alemanno continui a lavorare per la «terza via», per un accordo che riesca a scongiurare la rottura tra Fini e Berlusconi, tessendo le fila di una politica che troppo spesso sembra perdere di vista la sua missione principe: confronto, sintesi, azione. Un impegno a tutto campo quello del sindaco che trova al suo fianco la Polverini, pronta anche lei a mediare affinché il Pdl torni compatto e si continui, tutti insieme, a lavorare alla costruzione di quel partito unico finalmente lontano dalle logiche di correnti legate a realtà che non ci sono più. Per questo l'idea che la Lista Polverini concorra alle prossime elezioni amministrative del 2011 nei comuni e nelle province del Lazio potrebbe presto diventare realtà. Un'esigenza non solo per rafforzare la governatrice ma per non perdere un bacino elettorale importante in caso di scissione all'interno del Pdl. Roma, insomma, c'è. E si fa sentire sempre di più. Lo ha fatto sulla Manovra di Tremonti e sullo scontro con le Regioni, dove la Polverini ha cercato (e forse trovato) la mediazione, lo ha fatto con Roma Capitale, incassando non solo l'avvio della prima grande riforma dal dopoguerra in poi ma anche quei finanziamenti dovuti alla città e una gestione separata del debito capitolino che altrimenti avrebbe portato alla bancarotta. Non solo amministrazione e conti pubblici però. Da Roma è partito un modello di politica che sta cercando di imporsi a livello nazionale, dove da mesi regna il caos. Non è un caso se Alemanno tira dritto sulla frattura Fini-Berlusconi sbottando senza mezzi termini: «Sta durando troppo a lungo, è diventato ormai uno stillicidio che si deve interrompere e mi auguro che si interrompa con un accordo che confermi l'unità del partito, certo alla fine questo accordo potrebbe anche non esserci - precisa - ma serve un tentativo serio per trovare un'intesa». Mediare sì ma con chiarezza: leadership di Berlusconi non si discute. Un «credo» che viene messo nero su bianco anche sulla petizione per l'indizione di congressi locali che servono, tra l'altro, a rafforzare «la leadership dei partiti e in particolare quella del presidente Berlusconi». E non si tratta strumentalizzare quanto, piuttosto, di andare oltre. «Non è un problema di leadership carismatica che abbiamo e che vogliamo rafforzare anche con i congressi - sostiene Alemanno - nel Pdl abbiamo un problema di troppi yesmen che si nascondono dietro quella leadership e non permettono al partito di strutturarsi in senso meritocratico». «La meritocrazia parte dal basso e per noi non è importante se in questi congressi ci saranno le primarie o meno, ma è importante che parta un processo di scelta di una classe dirigente meritocratica legittimata dalla base che si strutturi attorno alla leadership carismatica». Ecco la «terza via» di Alemanno. Che verrà battezzata oggi con un atteso messaggio proprio di Berlusconi. Un'altra conferma che il «partito di Roma» c'è e cresce sempre di più.

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