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Una scia di sangue con lo stesso movente Il licenziamento

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Piùnumerosi i soli casi di suicidio di persone sconvolte dallo spettro della crisi per aver perso il posto di lavoro. 20 aprile 2010. A Pellaro (Reggio Calabria) un uomo di 35 anni perde il lavoro e cerca di vendicarsi sparando contro il direttore del supermercato che l'aveva licenziato, ma, dopo il primo colpo andato a vuoto, l'arma fortunatamente si inceppa. L'uomo viene arrestato dai poliziotti. 21 gennaio. Un ex autista di scuolabus di 55 anni, licenziato nel 2004 dal Comune di Montecatini Terme, uccide con un colpo di pistola alla testa una dirigente dell'ufficio comunale. L'uomo poi fugge e si rifugia nella sua abitazione, ma all'arrivo della polizia si suicida sparandosi un colpo di pistola. Nel novembre 2009 aveva perso un ricorso in appello per il suo licenziamento. 31 luglio 2009. A Bologna, un uomo di 29 anni con precedenti penali, licenziato perché ritenuto «poco affidabile», si vendica rubando un furgone della ditta, poi aggredisce il datore di lavoro con una chiave inglese, mandandolo all'ospedale. L'uomo viene fermato e denunciato per lesioni personali.

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