Sì ai congressi ma solo locali

Quellache serve a prendere tempo per sanare la frattura tra Berlusconi e Fini, coinvolgere la base, i militanti e gli elettori per «rafforzare la leadership dei partiti e in particolare quella di Silvio Belusconi». La petizione per lo svolgimento dei congressi comunali e provinciali del Pdl è stata lanciata ieri da Gianni Alemanno nella seconda giornata della manifestazione organizzata a Orvieto dalla Fondazione Nuova Italia e dedicata proprio al futuro del partito. Non è un caso se alla petizione hanno aderito, pur con qualche distinguo, praticamente tutti. Anche Fabrizio Cicchitto, il presidente dei Deputati Pdl, è tornato sui suoi passi e dopo aver dichiarato di non aderire alla petizione Alemanno perché «non credo che, per quello che riguarda le elezioni dei coordinatori comunali e provinciali, dobbiamo imitare un aspetto sbagliato del Pd delle primarie, occorre invece coniugare un partito carismatico con un partito che si costruisce sul territorio». Poi però si trova la sintesi, la firma di Cicchitto, seguita da Altero Matteoli arriva con l'esclusione però della parte che prevede le primarie come metodo di partecipazione degli elettori. Sarebbe uno «scimmiottio» del centrosinistra che, oltre tutto, fanno notare dal tavolo di confronto, cambia leader ogni due per tre. Aderiscono alla petizione Alemanno, e dunque allo svolgimento dei congressi locali nella prossima primavera, tutti i presenti al convegno, oltre a Cicchitto e Matteoli, il finiano Andrea Augello, Mauro Cutrufo, Maurizio Gasparri, Maurizio Lupi, Giorgia Meloni. A mezzo stampa poi anche il finiano Adolfo Urso che chiede anche il congresso nazionale, il sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro e ne parla in un intervento anche Italo Bocchino. Tutti uniti finalmente? No. O meglio non completamente. Se i «berlusconiani» approvano i congressi perché possono essere strumento vitale per militanti ed elettori, riconsegnando se mai ce ne fosse bisogno una leadership ancora più forte a Silvio Berlusconi, i finiani sembrano invece apprezzare questa terza via per tentare quello che sembra al momento impossibile: indire il congresso nazionale entro il 2011, ovvero un anno prima di quanto stabilito dallo statuto. Uno strumento in più insomma da una parte e dall'altra. L'esito ovviamente è rinviato, al momento, alla prossima primavera. Sus. Nov.