Napolitano: "P3 che squallore ma il Paese ha gli anticorpi"
Scandalo P3, crisi economica, intercettazioni, riforme. Il presidente della Repubblica incontra al Quirinale la stampa parlamentare per la tradizionale cerimonia del Ventaglio e nel suo intervento i temi dell'agenda politica ci sono tutti. Napolitano è preoccupato. Ma, come spesso accade, nelle sue parole la fiducia nel futuro del Paese non manca mai. Sulle inchieste in corso, la posizione del capo dello Stato è chiarissima: «Ci indigna e ci allarma l'emergere di fenomeni di corruzione e di trame inquinanti, anche ad opera di squallide consorterie, ma la nostra democrazia dispone di anticorpi: la reazione morale dei cittadini, i principi costituzionali, le leggi per applicare tali principi». Il presidente della Repubblica avverte giornalisti, classe politica e società civile: «Si deve intervenire senza alcuna incertezza o reticenza su ogni inquinamento o deviazione nella vita pubblica e nei comportamenti di organi dello Stato, ma senza cedere a nessun gioco al massacro tra le istituzioni e nelle istituzioni». Sulla P3 «lo squallore è certo» sentenzia, ma è importante andare «fino in fondo per accertare fatti e responsabilità». Guardando al futuro del Paese, l'auspicio del capo dello Stato è che i rapporti tra governo e Parlamento si «dispieghino in modo da consentire il più attento vaglio delle soluzioni legislative da adottare, specie quando si tratti di problemi particolarmente complessi». Il messaggio è chiaro: il dibattito parlamentare non è mai «uno spreco». Guai - avverte - a lasciarsi andare a «semplificazioni eccessive e sommarie polemiche». Il governo poi, secondo Napolitano, «non può sottrarsi», all'adempimento di «decisioni dovute» come la nomina del presidente della Consob e del ministro dello Sviluppo economico, posto strategico e vacante dalle dimissioni - oltre due mesi e mezzo fa - di Claudio Scajola. Sulla condizione economica «nessun catastrofismo per quel che riguarda l'Italia, ma consapevole realismo nel valutare le attuali tendenze, nei loro aspetti positivi e nei loro limiti, le questioni di fondo e le incognite che restano». Il Paese sta risalendo la china dopo la «brutta caduta» della crisi, ma - avverte Napolitano - resta insoluto il problema della disoccupazione, soprattutto giovanile. Poi alcune precisazioni: nessuna interferenza da parte della presidenza della Repubblica nella «vicenda della controversa legge» sulle intercettazioni e «nessun interesse» su eventuali governi di larghe intese, tecnici o di transizione che - stando ai giornali - potrebbero nascere con la «benedezione» del Colle. La conclusione è rivolta a chi determina l'agenda politica e a chi la racconta: «Se è troppo chiedere serenità, mi sia consentito fare appello al senso dell'equilibrio nei giudizi e nelle previsioni».