I governatori diranno sì
Altro che marcia indietro sulla tassa unica comunale. Il ministro del Tesoro Giulio Tremonti (nella foto) dopo aver fatto approvare dal consiglio dei ministri un altro tassello del federalismo fiscale (il decreto sui fabbisogni standard di Comuni e Province) rassicura i comuni. «Sull'imposta municipale unica non c'è stata nessuna retromarcia da parte del governo» ha spiegato Tremonti. Che anzi ha rilanciato e promesso il decreto sull'autonomia impositiva entro luglio. Il decreto arriverà, ha garantito il responsabile di via XX settembre e darà, tra l'altro, ai Comuni la possibilità di scegliere, anche attraverso un referendum popolare, il loro «menù fiscale». Non solo. Il Tesoro sta definendo il fondo perequativo che accompagnerà l'imposta unica con un occhio ai Comuni più piccoli che potrebbero venire penalizzati dal passaggio dai trasferimenti ai tributi propri. Nel gettito dei municipi dovrebbe entrare anche la cedolare secca sugli affitti al 23%. Il testo approvato ieri prevede che la definizione degli standard e del costo dei servizi affidati agli enti locali avvenga col sistema degli studi di settore ed è dunque affidato alla Sose in collaborazione con la fondazione dell'Anci per la finanza locale Ifel. A partire dal 2012 si avvierà così il passaggio dalla spesa storica ai costi standard, momento chiave del federalismo. Sarà questo la merce di scambio che Tremonti prevede di offrire alle riottose regioni. Per ora non convinte però dal sistema proposto. Ieri è arrivato un nuovo no di regioni, comuni e province alla manovra correttiva. Una bocciatura che ha ricevuto l'imprimatur dell'ufficialità e che però non spaventa il governo: «Scenderanno dai grattacieli - ha pronosticato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti - e torneranno al tavolo». Che l'intenzione delle Autonomie non sia quella di sbattere la porta è quanto conferma in effetti anche il presidente delle Regioni Vasco Errani che però chiede all'Esecutivo «un confronto vero». L'obiettivo, torna a sottolineare il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, è quello di «un patto» tra le istituzioni «per gestire al meglio le ricadute dei tagli sui servizi essenziali al cittadino».