Interferì sulle indagini Punita la toga Gargani

Nuova azione disciplinare decisa dalla Cassazione nell'ambito dell'inchiesta sull'eolico. Dopo il presidente della Corte di Appello di Milano Alfonso Marra, a finire nel mirino del Procuratore generale Vitaliano Esposito - che condivide l'azione disciplinare con il ministro della Giustizia Angelino Alfano - è stavolta il magistrato fuori ruolo Angelo Gargani, capo dell'Ufficio servizio controllo interno (Secin) del ministero della Giustizia, fratello dell'europarlamentare del Pdl Giuseppe Gargani. Dalle intercettazioni emerge che uno degli arrestati, Angelo Lombardi, contattò Gargani per «avvicinare» il procuratore aggiunto di Milano, Nicola Cerrato, e persuaderlo ad avere un atteggiamento più «morbido» nei confronti del presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, coinvolto nell'inchiesta sull'inquinamento atmosferico nel capoluogo lombardo. Ma non è per questo motivo che il pg della Cassazione ha deciso di intervenire a carico di Gargani. Al magistrato viene contestata un'ipotesi di interferenza giudiziaria. In occasione della proroga delle indagini preliminari sugli appalti per l'eolico in Sardegna, Gargani avrebbe infatti chiesto informazioni sull'inchiesta al pm di Roma Rodolfo Sabelli, titolare del fascicolo assieme al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. Nel frattempo, la prima Commissione del Csm ha invece avviato una procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale a carico di Umberto Marconi, il presidente della Corte di Appello di Salerno tirato in ballo nella vicenda del dossier messo a punto per screditare il candidato del Pdl a governatore della Campania Stefano Caldoro e ha rigettato la richiesta di rinvio dell'audizione di Alfonso Marra avanzata dal suo difensore, Piercamillo Davigo. Resta dunque fissata a lunedì mattina la convocazione del presidente della Corte di Appello di Milano, ma a Palazzo dei Marescialli viene dato quasi per scontato che non si presenterà.