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"Toglietemi la multa, sono il segretario di Cosentino"

Nicola Cosentino

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Non ne voleva sapere di sborsare 38 euro per una multa in divieto di sosta. Tanto da «giocarsi», secondo lui, la carta vicente: «Sono il segretario particolare di Cosentino e se non mi togliete la multa faccio presentare un'interrogazione parlamentare». L'arroganza di Michele Izzo, segretario particolare dell'ex sottosegretario all'Economia e coordinatore del Popolo della Libertà in Campania, Nicola Cosentino, coinvolto nell'inchiesta sulla cosiddetta P3 e sull'eolico in Sardegna, non ha di certo spavanetato i vigili urbani di San Felice Circeo. Gli agenti, lo scorso 4 luglio, avevano infatti elevato una multa perché il segretario aveva parcheggiato la vettura nei posti auto riservati all'Arma dei carabinieri, nel centro della cittadina. Ma non finisce qui. Dopo aver elencato le sue «credenziali», Izzo è stato denunciato per false dichiarazioni perché, pur di farsi togliere una multa di 38 euro, si era inventato che quella era l'automobile di servizio e che era lì per motivi istituzionali. Dopo aver discusso con i vigili, ha poi chiamato i carabinieri, che però hanno verificato che l'auto era intestata a lui e che quindi Izzo aveva mentito e non hanno esitato a denunciarlo. Nel pieno della foga, però, Michele Izzo, ha anche minacciato un'interrogazione parlamentare se la multa non fosse stata annullata. L'uomo è il segretario dell'attuale coordinatore del Pdl in Campania che si è dimesso da sottosegretario all'Economia dopo essere rimasto coinvolto nel complotto ai danni di Stefano Caldoro, il presidente della Regione Campania, contro il quale era stato preparato un falso dossier per screditarlo. Su quest'episodio Cosentino è già stato interrogato dai magistrati della Capitale, ai quali ha ricostruito tutta la vicenda: «Ho chiarito tutto», ha detto l'indagato appena terminato l'interrogatorio in procura. Per il complotto è stato ascoltato dai magistrati anche l'ex assessore alla Regione Campania Ernesto Sica. Nel corso dell'interrogatorio, Sica ha ammesso di conoscere il contenuto delle notizie diffamatorie su Caldoro, precisando di considerarle un tiro basso di natura politica. La vicenda, secondo l'ex assessore, faceva parte delle schermaglie pre-elettorali per decidere il candidato alla carica di governatore.

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