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Taglio del 10% a deputati e senatori

Montecitorio, la Camera dei deputati

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Arrivano i tagli anche per Camera e Senato. L'operazione austerity prevede una sforbiciata del 10% agli stipendi di deputati e senatori. Ma è guerra di cifre. L'ipotesi messa a punto dai questori del Parlamento riguarda solo una delle voci della busta paga, l'indennità, che a Montecitorio ammonta a 5.486,58 euro netti al mese: l'alleggerimento del cedolino dei parlamentari sarebbe dunque di 550 euro. Vorrebbe di più il presidente della Camera Gianfranco Fini. Perché con extra, diarie e rimborsi vari, lo stipendio reale degli onorevoli arriva a circa 21 mila euro lordi, ed è dunque su questa cifra che, secondo Fini, deve essere calcolata la riduzione, così da togliere ai deputati poco più di 2 mila euro lordi al mese. Ma non è tutto perché sotto la scure finiranno anche i superstipendi dei dipendenti di Camera e Senato, ai quali sarà applicato un taglio che andrà dal 5 al 10%, oltre al blocco triennale dei meccanismi di adeguamento automatico degli stipendi e all'innalzamento a 60 anni per le pensioni di anzianità. Il Senato dovrebbe risparmiare circa 36 milioni di euro in tre anni dal taglio delle indennità parlamentari, degli stipendi del personale e dalla riduzione di altre voci di spesa. Le misure, che dovranno essere ratificate dall'ufficio di presidenza della prossima settimana, sono in linea con i tagli decisi dalla manovra al pubblico impiego. L'unico punto che resta ancora in sospeso è quando far partire le nuove norme riguardanti l'età pensionabile per il personale che sarà portata a 60 anni, naturalmente per quelli che non hanno ancora maturato il diritto ad andare in pensione. I tagli, invece, partiranno dal 1° gennaio 2011: su circa mille dipendenti del Senato saranno interessati dal taglio del monte salari circa 600 con una riduzione del 5 per cento (con un reddito tra 90 e 150 mila euro), mentre tra questi 600 circa 230 subiranno anche tagli del 10 per cento degli emolumenti. Il risparmio di circa 36 milioni di euro sarà realizzato nel triennio 2011-2013: 20 milioni dai tagli alle indennità parlamentari, 12 da quelli al personale e 4 da altre voci di bilancio. Stesse riduzioni per il personale della Camera, che accuserà più duramente il colpo rispetto a quello del Senato. Tra i due rami del Parlamento, infatti, dopo decenni in cui i livelli retributivi sono stati sostanzialmente equivalenti, da qualche anno a questa parte si è creata una forte disparità (circa il 10%) a favore di Palazzo Madama. Alla Camera, infatti, non sono stati chiusi gli ultimi due contratti per i trienni 2005-2007 e 2008-2010. E oggi, in vista della manovra, i dipendenti protestano, chiedendo che si tenga conto dei sacrifici fatti quando le altre amministrazioni continuavano a far crescere gli stipendi.

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