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"Perseguitato perchè sono del Pdl"

L'imprenditore Flavio Carboni e il senatore Marcello Dell'Utri fotografati in un ristorante romano

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È considerato uno della «cupola» della nuova P2. A lui facevano riferimento molti dei personaggi coinvolti nell'inchiesta romana sulla presunta organizzazione in grado di influenzare politici e magistrati. L'imprenditore Arcangelo Martino, arrestato insieme con Flavio Carboni e all'ex giudice tributario Pasquale Lombardi, si sente invece vittima di quest'inchiesta giudiziaria. «Sono perseguitato perché sono del Pdl», ha detto al giudice per le indagini preliminari durante l'interrogatorio di garanzia avvenuto il 10 luglio scorso. Il nome dell'indagato emerge molte volte nelle migliaia e migliaia di intercettazioni e informative dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, coordinati dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. Proprio secondo i magistrati, Martino avrebbe partecipato anche all'organizzazione del complotto contro il presidente della Campania Stefano Caldoro, insieme con il coordinatore campano del Pdl Nicola Cosentino, che comunque ha già respinto le sue responsabilità davanti agli inquirenti romani. Dalle indagini emergerebbe che Martino sosteneva la candidatura di Giacomo Lettieri per la presidenza della Campania. Durante l'interrogatorio davanti al gip, Martino ha infatti affermato di aver «chiamato Marcello Dell'Utri e Denis Verdini» dicendogli che «senza nulla togliere a Caldoro, lo ritenevo incosistente amministrativamente parlando per questa Regione».   Insomma, Martino avrebbe manifestato la sua preferenza politica per Lettieri e non verso il candidato di Berlusconi. Nei documenti in mano ai magistrati della Capitale ci sono diverse intercettazioni telefoniche nelle quali l'arrestato parla del caso Caldoro e che secondo gli inquirenti quelle frasi si riferivano proprio al complotto in atto contro il presidente della Campania. «Le manovre in danno di Caldoro sono proseguite anche nei primi giorni del mese di febbraio - si legge nei verbali - come documentato dalle telefonate intercorse fra Martino e Lombardi e fra Martino e Sica (l'assessore regionale che si è dimesso per la vicenda del complotto ndr.). La concepita campagna di discredito potrebbe avvalersi anche di strumenti di informazione on line». Ecco l'intercettazione telefonica. Sica: «Sarà molto più pubblico il fatto». Martino: «Eh bello questo mi pare proprio 'na bella cosa». S: «Stiamo utilizzando questi nuovi mezzi informatici eh..». M: «Eh bravo perché poi diciamo così che noi per migliorare meglio il nostro appeal per fa' capì che questi stanno sbagliando bisogna fare così, oggi tutto è on line». Gli investigatori sottolineano nei verbali che nei giorni 9 e 10 febbraio scorsi sono stati pubblicati su internet due articoli, di contenuto offensivo per la reputazione di Caldoro, ai quali si fa riferimento anche nel corso di altri colloqui. Intanto anche ieri sono continuati gli interrogatori degli indagati della maxi inchiesta sul presunto comitato d'affari che avrebbe tentato di condizionare l'attività di pezzi dello Stato, ovvero la cosiddetta P3. A piazzale Clodio il pm Rodolfo Maria Sabelli ha infatti ascoltato, per più di tre ore, Marcello Garau, dirigente all'Ambiente del Comune di Porto Torres, nonché consulente di Flavio Carboni, il faccendiere di 78 anni finito in manette lo scorso 8 luglio. Garau è indagato per il reato di concorso in corruzione nel filone d'inchiesta che riguarda gli appalti per l'energia eolica in Sardegna. Lo stesso per cui venerdì scorso è stato sentito per oltre sei ore il governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, il cui verbale di interrogatorio sarebbe stato secretato. Garau è tirato in ballo da una serie di telefonate con Carboni, che risalgono alla scorsa estate. In base alle conversazioni telefoniche sarebbe stato coinvolto nell'attività di pressing che Carboni avrebbe esercitato sulla giunta di Ugo Cappellacci per ottenere la nomina di una persona di sua fiducia, Ignazio Farris, a capo dell'Arpa Sardegna, l'agenzia per la protezione ambientale incaricata di concedere le licenze per gli impianti eolici d'ambito dell'isola. Il gip romano Giovanni De Donato ha inoltre disposto il trasferimento presso un centro diagnostico-terapeutico protetto per Carboni per motivi di salute dopo aver rigettato la richiesta di scarcerazione.  

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