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«Non so se si può parlare di questione morale.

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Loha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, a Pescara durante un incontro con i dirigenti dell'associazione Generazione Italia. «Mi preoccupo quando avverto nella società un calo della capacità di indignarsi. È facile, nel Pdl, essere garantisti, ma il garantismo non può essere giustificazionismo, che è un'altra cosa. Dobbiamo partire dalla forza dell'esempio». Il presidente della Camera ha anche affrontato il tema della coesione all'interno del Pdl. «Nel Pdl siamo entrati in modo convinto - ha detto ancora Fini - vogliamo continuare a rimanere. Il Pdl è la nostra casa politica, ma bisogna fare molto per migliorarlo». «È un partito che deve guardare in prospettiva - ha aggiunto - e deve saper dare qualcosa di più, non limitarsi a gestire la quotidianità. Siamo nel ventunesimo secolo, la fine dell'ideologia non può significare la fine dell'idealità e della proposta politica». Su questo punto ha aggiunto: «Uno solo che pensa per tutti è inaccettabile». Rivolgendosi a Mario Spallone, l'ultra novantenne medico personale di Togliatti, Nenni e Amendola, che si trovava in prima fila al Teatro Circus di Pescara, Fini ha detto: «Non possiamo passare dal centralismo democratico al centralismo carismatico. La democrazia è un'altra cosa. Allora, anche a costo di essere considerato un eretico, ma in un partito liberale di massa cos'è l'ortodossia se non il rispetto di valori fondamentali quali la coesione nazionale e la legalità?». Fini ha rilanciato anche sulla necessità di eleggere le strutture del Pdl, a partire da quelle locali «come si fa nei partiti democratici». Per questo motivo è venuto il momento di fare il congresso, ha concluso.

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