Ambasciatori, i tagli restano
Maggioranza e opposizione, con un emendamento bipartisan alla manovra firmato anche da big come Massimo D'Alema e Pier Ferdinando Casini, provano a salvare gli ambasciatori dai tagli imposti dal governo. Il detto è sembra profetico: ambasciator non porta pena. Ma il tentativo di salvataggio in extremis della busta paga delle feluche stavolta sembra destinato a restare sulla carta perché il governo fa sapere che il provvedimento non si tocca. «Per noi - dice il sottosegretario all'Economia Luigi Casero - il testo è quello uscito dal Senato. Daremo parere contrario a tutti gli emendamenti». Compreso quindi quello sui diplomatici, che nei prossimi giorni potrebbero decidere di scioperare. E comunque, prova a rassicurare l'Esecutivo il relatore alla manovra Gioacchino Alfano (Pdl), non esistono «emendamenti concordati» che abbiano, di conseguenza, realistiche chance di essere approvati. Sono quasi mille le proposte di modifica presentate in commissione Bilancio alla Camera, di cui quelle a firma della maggioranza sono solo un centinaio mentre il Pd, che ha confezionato oltre 350 emendamenti, si dice pronto a discutere un pacchetto ristretto. «L'annuncio della fiducia - dice infatti il capogruppo Pd in commissione Bilancio ala Camera Pier Paolo Baretta - non farà venir meno la nostra totale opposizione a un provvedimento economico secondo noi depressivo ed iniquo». Questo governo «pende dalle labbra del ministro Tremonti - è però l'accusa che arriva dal vicepresidente del gruppo dell'Italia dei Valori alla Camera Antonio Borghesi - e non ammette discussioni». Ma a protestare contro le misure della manovra non sono solo le opposizioni. Dopo lo sciopero dei medici, si mobilitano i Vigili del fuoco che ieri hanno incrociato le braccia per 4 ore con un'adesione del 45% circa e gli agricoltori che invece sono scesi in piazza (in 3 mila, stando ai dati della Coldiretti) contro la proroga della sospensione delle multe per le quote latte. Pronti a dare battaglia anche le forze di polizia: l'appuntamento è per domani davanti Palazzo Montecitorio. «Lanceremo l'ultimo appello ai rappresentanti del popolo che siedono alla Camera - annunciano le organizzazioni sindacali - affinché evitino l'eutanasia della sicurezza». Difficile però che tali richieste trovino ascolto dal momento che lo spazio per eventuali correzioni alla manovra messa a punto dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti è evidentemente inesistente. «La fiducia dà fiducia», ha ribadito ieri il ministro. Non è un caso dunque, che così come avviene anche per le Regioni, per cercare di trovare una soluzione che dia un pò di ossigeno al mondo della cultura il ministro Sandro Bondi più che puntare su modifiche immediate chieda direttamente a Silvio Berlusconi un Consiglio dei ministri ad hoc e l'apertura di un tavolo istituzionale. «Presenterò - dice il titolare dei Beni Culturali - delle proposte necessarie per continuare a lavorare lungo la strada delle riforme».