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Trasporti, edilizia e lavoro Ecco tutti i tagli nel Lazio

Giovani e lavoro, un ragazzo davanti ad un'agenzia interinale

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Trasporti, edilizia, lavoro, ambiente: sono le voci di bilancio che saranno più penalizzate dal taglio dei trasferimenti statali. Sono state indicate dal governo, che prevede anche di ridurre le spese per le politiche sociali, familiari, per la non autosufficienza, le borse di studio, gli incentivi alle imprese. L'effetto della manovra economica sulle casse laziali è dirompente. La stima attuale è di 420 milioni di euro nel 2011 e 470 nel 2012. A pagare, secondo i piani del governo, saranno innanzitutto i pendolari. Ai trasporti, infatti, mancheranno 146 milioni di euro. Riduzioni rilevanti anche per l'edilizia residenziale pubblica: 52,2 milioni di euro. La stretta sulle imprese sarà tangibile. Il fondo destinato agli incentivi alle aziende del Lazio verrà decurtato di 31,2 milioni di euro. Non si salveranno la sanità veterinaria, con un taglio di 26,5 milioni, l'ambiente, che avrà 25,7 milioni in meno, e il sociale.   I sacrifici chiesti alle Regioni che, di fatto, si caricano sulle spalle metà dei 24 miliardi previsti dalla manovra dell'esecutivo, colpiranno, soltanto nel Lazio, il fondo di non autosufficienza, che avrà riduzioni di 40,8 milioni, quello per l'occupazione (22,7 milioni), quello per gli affitti (14,3 milioni) e i contributi destinati alle politiche familiari (13,4 milioni). Infine, anche il capitolo generico «politiche sociali» subirà un taglio di 15,5 milioni di euro. Non se la passeranno bene né l'agricoltura, per cui il governo prevede un taglio di 15,5 milioni di euro, né le opere pubbliche, le cui spese verranno ridotte di 9,3 milioni. Riduzioni di entità minore ma pur sempre significativa avranno le borse di studio (8,5 milioni), gli incentivi per i lavoratori disabili (2,9 milioni), i prestiti d'onore (10,4 milioni). Poi ci sono il comparto turismo (1,9 milioni), la procreazione assistita (1,1 milioni), la difesa contro gli incendi (400 mila euro). Se i tagli del governo si realizzassero dovranno cambiare i progetti di costruzione dei nuovi ospedali. La riduzione dei trasferimenti nazionali in questo settore nel Lazio sarà di 72 milioni di euro. Un dato particolare per una Regione che già è alle prese con un rigido piano di rientro dal debito (i famosi 10 miliardi di euro ereditati dagli ultimi quindici anni). Ovviamente dovranno essere rivisti i contratti con le aziende di trasporto. Il taglio di 51,7 milioni di euro si riferisce a 22,19 milioni destinati alla sostituzione degli autobus e a 29,48 milioni direttamente erogati alle aziende senza passare dal bilancio regionale. I trasferimenti sforbiciati dalla manovra saranno pari al 67,4 per cento di tutti i soldi passati dallo Stato alla Regione nel 2011 e al 75,8 per cento nel 2012. Una situazione insostenibile che, legata all'effetto del piano di rientro, rischia di mettere in ginocchio i cittadini. Perché qui non si parla semplicemente dell'aumento delle aliquote Irpef e Irap regionali (già previsto a partire da novembre) ma anche di contromisure drastiche per evitare di azzerare i servizi. Come l'aumento dei biglietti dei pullman o la mancata sostituzione di autobus.   Insomma, la scure si abbatte ancora una volta sui pendolari, che già devono farsi carico degli aumenti, scattati lo scorso 1° luglio, dei pedaggi in 26 caselli autostradali del Lazio. Tutto questo benché Roma e la sua regione continuino a dare allo Stato molti più soldi di quelli che ricevono. Di più, soprattutto, delle grandi città del Nord. Ovviamente non si fermerà il confronto tra il governo e le Regioni anche se, dopo la presa di posizione del ministro dell'Economia Tremonti, sembra che i margini di un'intesa siano davvero esigui. A quel punto toccherà alla governatrice Polverini spalmare i tagli in maniera più coerente con le priorità della sua amministrazione.  

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