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I sei "fantasmi" di Carboni

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Inchiesta P3, Flavio Carboni con Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi davanti alla casa di Denis Verdini

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Non voleva mai comparire. Pretendeva di rimanere nell'ombra, si rifiutava anche di partecipare a convegni per non farsi vedere in pubblico o in compagnia di «determinati» personaggi del mondo della politica e dell'imprenditoria. Così descrivono i magistrati di Roma che indagano sulla nuova P2 e sugli appalti dell'eolico in Sardegna la figura di Flavio Carboni, chiuso in carcere insieme all'ex giudice tributario Pasquale Lombardi e all'ex assessore napoletano Arcangelo Martino per violazione della legge Anselmi contro la costituzione di associazioni segrete. Nella richiesta di applicazioni di misure cautelari del 30 giugno 2010, firmata dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, e dal pubblico ministero Rodolfo Maria Sabelli, viene riportata un'intercettazione tra Carboni e un suo collaboratore, Riccardo Piana, avvenuta il 17 agosto del 2009, riguardo la costituzione di società necessarie per realizzare il progetto dell'eolico in Sardegna. Carboni: «Devo usare la società di un terzo perché non c'ho ..non posso utilizzare ..ma non è che sia colpa di nessuno ..adesso tecnicamente ..il bisogno ..non è questo il (interruzione), il bisogno è che dobbiamo acquistare delle aree ..chi li acquisisce, è vero, queste aree, eh, deve essere ..dovrà essere delle nostre società ..ecco chi è che interviene, lì? E deve essere qualcuno che gira qua, gira là prende questi impegni ..ecco, non vorrei che ogni volta dico "vieni in Sardegna a firmare" ..queste cose ..non va bene per lui e non va bene neanche per noi ..cioè ci vuo ..ci vuole una ..praticità in queste cose..». Piana: «Fanno una procura a te, notarile, e basta». C: «No, no, no, non a me, no, no, no, non a me no, io non voglio procure no ..che si muove, adesso vediamo, in più ci occorrono ..altre società, ce ne occorrono ben sei, adesso vediamo come fare, ecco, perché "sono ..siamo ..adesso è passato ferragosto, nessuno ha riposato ..ecco, capisci, un giorno di sosta ..quindi, stando così le cose, sono un po' ..più tardi ti telefono, insomma, adesso tu ..il problema è quello di ..di poter agire, o a nome ..di queste società». P: «Non c'è problema, tu me lo dici, chiamo i ragazzi ti farem ..facciamo la procura nome di chi dici tu, ok?». L'inchiesta romana sulla nuova P2 comunque non si ferma. La procura infatti ha intenzione nei prossimi giorni di portare avanti molti altri interrogatori, ascoltando sia gli indagati sia i personaggi che, come testimoni, potrebbero chiarire molti aspetti ancora avvolti da un velo di mistero. Alcuni di questi, però, non è escluso che possano entrare nella stanza dei magistrati come persone informate sui fatti e uscirne invece come indagati. Tra i prossimi interrogatori, quelli del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, dell'ex avvocato generale in Cassazione Antonio Martone, dell'ex presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, del coordinatore del Pdl, Denis Verdini e del parlamentare della maggioranza Marcello Dell'Utri. Nelle mani dei pm, infine, ancora molte intercettazioni che non sono state ancora depositate come richiesto dal magistrato: il gip De Donato ha disposto il ritardo poiché «sono in corso indagini, anche tramite attività di sorpresa» che potrebbero essere danneggiate. Come dire che non si escludono ulteriori provvedimenti giudiziari.  

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