Vendola sfida Bersani "Mi candido a premier"
Il guanto di sfida è partito. Nichi Vendola riaccende la competizione interna al centrosinistra e si candida come prossimo premier, invocando lo strumento delle primarie. «La mia è una scelta lucida e deliberata per sottrarre alla nomenclatura del centrosinistra la possibilità di decidere su temi fondamentali come la scrittura del programma e la selezione della leadership». Il governatore pugliese ha scelto gli Stati generali delle Fabbriche di Nichi per «scompaginare i giochi» dell'opposizione e lo ha fatto davanti ad un pubblico variopinto, riunito in un campeggio storico del capoluogo - Baia San Giorgio - trasformato in villaggio chic (è di proprietà di un ex militante del Fuan). La bussola di Nikita? «L'eruzione di buona politica», generata dai mille militanti giunti da tutta Italia per tre giorni di dibattiti (si è parlato anche di calcio e leninismo e del Foggia di Zeman). Il nuovo progetto risveglia grande curiosità ma resta in cerca di un consolidamento dopo il recente successo elettorale nelle regionali pugliesi. Osservatori interessati sono i centri sociali romani rappresentati da Nunzio D'Erme, gli attivisti di Esc ed Action, e gli ex disobbedienti del Nord-est, rappresentati da un noto autore Mondadori, Luca Casarini (per la casa editrice della famiglia Berlusconi ha pubblicato il romanzo «La parte della fortuna»). Solo un militante ha una maglietta vecchio stampo con scritto «Partigiani sempre», mentre c'è anche chi «sconfina a destra» con una maglia di Tin-Tin, eroe di Hergé ispirato alla figura del fascista belga Léon Degrelle. Vendola ha arringato la platea per oltre un'ora su un palco posizionato in una pineta arroventata dal sole. Ha citato il subcomandante Marcos per riscaldare il clima, «Noi dobbiamo camminare domandando», e gli applausi sono stati scroscianti. Poi ha proseguito evidenziando come «questo raduno sia in controtendenza rispetto a chi descrive la spoliticizzazione delle masse giovanili». Vorrebbe che questo evento divenisse un appuntamento annuale, e lo ha paragonato al Meeting di Comunione e Liberazione. Ma gli «operai» delle Fabbriche hanno risposto con un silenzio di gelo, mostrando di non gradire troppo questo accostamento. Da qui è iniziato un crescendo contro il ministro Giulio Tremonti, vero obiettivo della sua invettiva a causa delle politiche economiche liberiste, e contro «i pezzi dello Stato che hanno coperto gli uomini del disonore in via D'Amelio». Non sono mancate nemmeno frecciate per l'ex sottosegretario Nicola Cosentino. Il dardo più velenoso, però, Nichi l'ha riservato al Partito democratico, rispedendo al mittente la proposta di fare il secondo di Sergio Chiamparino, opzione avanzata da alcuni ambienti influenti del centrosinistra: sulla candidatura, quindi, nessun passo indietro. «Ma cos'è questo ticket con il sindaco di Torino? Noi dobbiamo mettere insieme una grande squadra - conclude - e Chiamparino è uno dei migliori sindaci d'Italia. Nella sua città ha realizzato un laboratorio urbano di respiro europeo. Sarà fondamentale per costruire l'alternativa all'egemonia leghista al Nord».