Le cosche calabresi conquistano il Nord
Le mani sulla città. Maxi blitz di carabinieri e polizia contro la 'Ndrangheta: 304 persone sono state arrestate in diverse parti d'Italia per vari reati, tra i quali il tentativo di infiltrarsi negli appalti per l'Expo 2015 a Milano. Tra gli arrestati il capo dei capi dell'organizzazione Domenico Oppedisano, alcuni politici locali lombardi, imprenditori e 4 carabinieri. «Un brillante risultato e una tappa fondamentale nella repressione della 'Ndrangheta, in passato lasciata andare avanti e rafforzarsi troppo», ha detto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. E proprio a sottolineare la pericolosità dell'organizzazione criminale e il successo dell'operazione il Procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini ha sottolineato come la 'Nndrangheta potrebbe contare soltanto nella regione Lombardia di oltre 500 affiliati. «Ennesimo successo dello Stato» è stato il commento del premier Berlusconi. Congratulazioni bipartisan per l'operazione al capo della Polizia, Antonio Manganelli e al comandante generale dell'Arma, Leonardo Gallitelli. L'operazione «Crimine» ha messo in evidenza una direzione strategica nella città di Reggio Calabria, cui farebbero capo i «mandamenti» della 'Ndrangheta della provincia e quelli del nord Italia e dell'estero, dalle Americhe all'Australia. In pratica è stato colpito lo schema organizzativo della mafia calabrese, mutuato dalla mafia siciliana. Centoventi i fermi disposti dalla Dda di Reggio Calabria; 180 gli arresti decisi dalla magistratura di Milano. Nella rete degli investigatori sarebbero finiti tutti i capi dei clan del reggino. In manette oltre ai vertici delle cosche calabresi, anche 4 carabinieri, un direttore della Asl di Pavia. Secondo i magistrati di Reggio Calabria e di Milano la 'Ndrangheta, dopo un lento processo evolutivo, già delineato da alcuni collaboratori di giustizia nei primi anni '90, ha raggiunto una nuova configurazione organizzativa, in grado di coordinare le iniziative criminali delle singole articolazioni, soprattutto nei settori del narcotraffico internazionale e dell'infiltrazione negli appalti pubblici. Tanto per fare un esempio degli interessi dell'organizzazione criminale gli investigatori hanno scoperto che la 'Ndrangheta avrebbe tentato di aggiudicarsi appalti e subappalti per l'Expo 2015 e i lavori post terremoto in Abruzzo. Tra gli arrestati Carlo Antonio Chiriaco, nato a Reggio Calabria, direttore sanitario dell'Asl di Pavia; Francesco Bertucca, imprenditore edile del pavese e Rocco Coluccio, biologo e imprenditore residente a Novara. Nell'inchiesta sono indagati anche l'assessore comunale di Pavia Pietro Trivi (per corruzione elettorale) e l'ex assessore provinciale milanese dell'Udeur Antonio Oliviero (per corruzione e bancarotta). Arrestato anche Pino Neri, il capo della 'Ndrangheta in Lombardia. Neri è accusato, tra l'altro anche di avere convogliato voti elettorali su indicazione di Chiriaco. Neri, ritenuto il capo assoluto della mafia calabrese in Lombardia, avrebbe indirizzato, su indicazione di Chiriaco, voti a favore del deputato del Pdl Giancarlo Abelli, che risulta però estraneo ai fatti e non è indagato. Le indagini sarebbero partite dall'omicidio di Carmelo Novella, detto compare Nuzzo, nominato capo di questo organismo, ma fatto uccidere, il 14 luglio del 2008 in un bar di San Vittore Olona, dai calabresi per le sue tendenze giudicate eccessivamente autonomiste. Nei fascicoli dei procuratori Ilda Boccassini e Giuseppe Pignatone sono entrati anche due filmati senza precedenti. Il più clamoroso è stato registrato a Paderno Dugnano, in un centro intitolato ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Per alzata di mano, e all'unanimità, è stato scelto, dai vertici dei clan calabresi del Nord tutti riuniti, il «mastro generale», e cioè Pasquale Zappia. L'altro filmato è avvenuto in Aspromonte, alla Madonna dei Polsi, dove si sono riuniti i boss calabresi. Senza l'aiuto di pentiti, sono stati documentati circa quaranta incontri.